Dopo i due attacchi nelle acque della Tunisia, nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata nuovamente colpita da una serie di attacchi aerei condotti con droni. Secondo le testimonianze raccolte, almeno undici imbarcazioni sono state prese di mira con gas urticanti, bombe sonore e ordigni incendiari. Due le barche danneggiate in modo significativo: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, e la Morgana, la cui vela principale è ormai inutilizzabile. Colpita anche la Taigete, che però non avrebbe subito danni gravi.

Le testimonianze degli equipaggi delle barche della Freedom Flotilla nuovamente colpite da droni

«Siamo stati attaccati da almeno quindici droni – racconta Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla – Prima hanno scaricato sostanze urticanti, poi hanno prodotto bombe sonore e infine si sono schiantati sulle barche. È stato un attacco psicologico contro civili in mare aperto». Nessun ferito tra gli attivisti, ma la tensione resta alta: «Non ci faremo intimidire – prosegue Delia – Sappiamo di navigare in totale legalità e continueremo la rotta verso Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione stremata».

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A bordo della Flotilla si trova anche il deputato del Pd Arturo Scotto, che conferma l’accaduto: «Undici barche colpite, la nostra illesa. Non è chiaro da dove provenissero i droni, ma chiediamo spiegazioni al governo. Attacchi simili in acque internazionali sono illegali”.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Angela Verdecchia, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi, parla di «episodio inammissibile» e rilancia la mobilitazione nelle scuole. Il parlamentare di Avs Angelo Bonelli definisce l’azione «un vero e proprio atto terroristico da parte di Netanyahu» e chiede al governo di richiamare l’ambasciatore in Israele e valutare sanzioni.
Dagli Stati Uniti, dove partecipa all’Assemblea generale dell’Onu, interviene anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che invita Israele a garantire l’incolumità degli attivisti: «Ogni operazione deve essere condotta nel rispetto del diritto internazionale e con assoluta cautela».

La Global Sumud Flotilla, composta da 51 imbarcazioni, ha l’obiettivo di raggiungere Gaza e consegnare aiuti umanitari, rompendo il blocco israeliano. Già a giugno e luglio due tentativi erano stati respinti. Lo scorso 9 settembre un altro attacco era avvenuto al largo di Tunisi.
Gli attivisti ribadiscono che le loro navi non trasportano armi: «Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, portiamo solo aiuti. Questi attacchi sono parte di una strategia per impedire l’arrivo dei rifornimenti a Gaza».

La giornalista Barbara Schiavulli, a bordo dell’imbarcazione Morgana, quella più danneggiata, ha raccontato che l’attacco è durato circa tre ore. E ha aggiunto: «Ora il Paese dovrebbe decidere da che parte stare, perché noi battiamo bandiera italiana. È stato un attacco contro dei parlamentari, tra cui un europarlamentare che è su questa nave, contro un infermiere, contro una giornalista, contro due capitani e contro la portavoce della Flotilla. Vedete voi, questa è una missione umanitaria, una missione della gente».

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