Il concetto più sdoganato dai media italiani è quello di “ecoansia”, che ha fatto capolino all’indomani degli eventi meteorologici estremi che hanno colpito il nostro Paese. Ma la gamma delle emozioni connesse alla crisi climatica è molto più vasta, anche se non sono sempre facili da riconoscere.
Proprio per questo è nato “Ecoemozioni – Piccola guida di sopravvivenza al pianeta che cambia” (Erickson, 2025), il libro scritto a quattro mani dalla giornalista Alice Facchini e dallo psicoterapeuta Matteo Innocenti, con le illustrazioni di Iris Biasio.
Riconoscere le ecoemozioni per gestirle ed agire: una guida illustrata
Come si evince dal sottotitolo stesso, si tratta di un piccolo manuale illustrato per riconoscere e comprendere le emozioni provocate dalla crisi climatica che molti provano, soprattutto i più giovani.
«L’idea era proprio di dare un nome alle cose che a volte proviamo e non sappiamo come categorizzare – spiega ai nostri microfoni Facchini – Esistono diverse ecoemozioni e, soprattutto per le persone giovani, è difficile riconoscerle, accettarle e anche imparare a gestirle».
Oltre alla già citata “ecoansia”, che è l’ansia per ciò che potrà accadere al pianeta in futuro, ci sono anche la “solastalgia“, la nostalgia che colpisce chi assiste alla degradazione dell’ambiente in cui vive, e l’”ecoparalisi“, l’incapacità di agire perché ci si sente sopraffatti. Ma esistono anche emozioni climatiche positive, come la “biofilia” e l’”eutierria“, che attraverso un ritrovato legame con la natura permettono di sentirsi meglio e di agire.
Lo spunto per il libro, racconta l’autrice, è arrivato dalle domande che spesso si sentiva rivolgere da chi aveva la necessità di mettere ordine al proprio groviglio interiore e chiamare le emozioni con il loro nome. Nella guida ci sono anche esercizi e spunti di autoriflessione, che hanno lo scopo di mostrare un modo pratico per aiutare a diventare più consapevoli e a trasformare un ostacolo in un motore di cambiamento.
Questo ultimo aspetto è una chiave delle intenzioni degli autori. «Le emozioni sono il motore che ci porta all’azione, non solo per la crisi climatica – sottolinea Facchini – Riuscire a interpretare in maniera propositiva le emozioni climatiche può diventare anche uno stimolo, sia per modificare le proprie azioni e i propri comportamenti, sia in un’ottica collettiva sulla comunità».
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALICE FACCHINI:







