È allestita la prima personale museale dell’artista Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) dal titolo emblematico “Un certo numero di cose / A Certain Number of Things”, a cura di Lorenzo Balbi nella Sala delle Ciminiere del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Pietroiusti può essere considerato l’artista di punta della seconda ondata di arte concettuale italiana, anche se lui preferisce riferirsi come artista relazionale. Effettivamente lui usa poco le mani, e molto la relazione con il pubblico, che in molte delle opere in mostra, ha una parte attiva nel completamento del lavoro. La mostra è una sorta di retrospettiva di metà carriera (ci auguriamo infatti che Cesare produca fino all’età di 126 anni!), che per artisti della sua portata sono la norma, nei musei d’oltralpe, ma che invece in Italia costituiscono una felice eccezione. È infatti grazie al bando del neonato Italian Council che questa imponente retrospettiva – che vede la collaborazione della curatrice Sabrina Samorì – si è potuta realizzare. La mostra è una sorta di diario annuale di Cesare, che ha scelto un’opera (o un oggetto) per ogni anno della sua vita, a partire da una foto di lui a sei mesi in braccio ad una balia, fino al progetto del 2019, che comprende una scultura in corso di realizzazione da parte di una folta schiera di giovani collaboratori.

L’inusualità di una mostra come questa – costituita da numerose opere che ci fanno entrare nella testa di Cesare ma che Cesare non ha quasi toccato – mette in discussione l’idea stessa di cosa sia l’arte oggi. Mentre Instragram ci inonda di giovani artisti che praticano una figurazione tradizionale trendy ma già vista, Pietroiusti, con una notevole ondata di freschezza concettuale, ci ricorda quanto la nostra fruizione ed il nostro pensiero possano influire in modo attivo quanto sta di fronte a noi, ribadendo l’importanza di una riflessione filosofica del nostro essere qui ed ora.

La mostra, che si snoda anche in biblioteca, nel bar e addirittura nei muri esterni del museo, è contornata da una serie di attività aperte al pubblico(alcune delle quali da non perdere, come il torneo di “Palletta” a cui tutti possono partecipare) fino al 6 gennaio 2020.

Qui potete ascoltare un’intervista di Stefano W. Pasquini con l’artista:

Qui potete ascoltare Pietroiusti alla conferenza stampa del MAMbo il 1 ottobre 2019:

Qui potete ascoltare l’intervista al curatore Lorenzo Balbi: