I Negrita sono ormai un gruppo di riferimento “storico” per chi segue il rock italiano. Le loro canzoni parlano di vita vissuta, di strade che si aprono e si chiudono, di scelte scomode e della fatica di rincorrere la libertà. Sono ricorrenti alcune suggestioni che individuano la poetica della band: il viaggio come metafora esistenziale, l’amore carnale e imperfetto, la ribellione a ogni forma di conformismo, e anche quel maturo disincanto che conosce le ferite ma non rinuncia ad accogliere la gioia. È un rock che racconta l’irrequietezza, la voglia di ripartire, la capacità di trasformare gli errori e le cadute in nuova energia. In fondo, i Negrita cantano la bellezza di essere vivi, la poesia del quotidiano e la necessità di gridare la propria unicità.

Il tour della band toscana toccherà Bologna la sera di giovedì 4 dicembre all’ Europauditorium. Ci saranno i grandi classici, ma anche la voglia di far conoscere il nuovo album “Canzoni per anni spietati”, uscito la scorsa primavera. Un album importante e particolarmente meditato: i Negrita non pubblicavano brani inediti dal 2018. Quest’anno sono tornati, e lo hanno fatto con un concept-album: una forma ormai rara, che consente di raccontare in modo esteso le contraddizioni del mondo contemporaneo e la difficoltà di farne parte restando liberi nel pensiero e nello sguardo. Essendo un concept album, per il 4 dicembre all’Europauditorium c’è da aspettarsi un filo narrativo che cucirà la successione delle canzoni eseguite.

Un concept-album che racconta il nostro difficile tempo

Fin dall’apertura, affidata a “Lettera ai padroni della terra”, emerge in tutti i brani non solo una “denuncia” ma anche un sanguigno e persistente “grido d’allarme” per i binari in cui il nostro mondo sembra incanalarsi in maniera difficilmente contrastabile. Ecco allora che la musica, con timbri efficaci e quella dose di orecchiabilità che consente di fare arrivare le parole, ha la forza di giungere alla coscienza di ognuno, emozionando e provocando riflessioni, come piccoli semi che germoglieranno e forse contribuiranno a cambiare il panorama in cui viviamo. E’ davvero importante l’equilibrio dei testi, un equilibrio che li rende particolarmente forti. Non ci sono solo le (sacrosante) classiche lamentele del rock contro i potenti della Terra, ma ci sono anche frequenti inviti a riappropriarsi dell’uso della propria materia grigia. Perché “è chiaro, abbiamo sbagliato, se questo qui è il risultato”,  e “state facendo il gioco di chi vi vuole controllati”. E anche l’esagitata invettiva  di “Lettera ai padroni della terra” termina con un colpo di poesia classica: “Perdonate i toni forti, ma mi sono nauseato, mentre cerco tra le stelle la bellezza del creato”. Nell’album c’è un brano dedicato a Dylan e ai grandi ispiratori dei Negrita: “a tutti i poeti che mi hanno insegnato cos’è la coscienza e il dolore che sento”.

Insomma, questo album è un invito a restare vigili, a pensare con la propria testa. Un messaggio che nei live diventa un momento corale potentissimo. E’ sottinteso che il 4 dicembre ci saranno anche i grandi classici della storia dei Negrita, per la gioia di chi ha seguito nel corso degli anni un cammino musicale e poetico sempre più autentico. I biglietti per il 4 Dicembre sono acquistabili su Vivaticket, Ticketone o alla biglietteria dell’EuropAuditorium (telefono 051.372540).