I Mumford & Sons tornano in Italia dopo sei anni per tre imperdibili date: una già passata, a luglio all’Arena di Verona; la prossima è domani sera, mercoledì 19 novembre all’Unipol Arena alle ore 21:00 e per l’occasione il concerto sarà aperto dai The Vaccines; infine il 21 novembre suoneranno all’Unipol Forum di Assago.

Mercoledì 19 novembre il concerto dei Mumford & Sons all’Unipol Arena

La band inglese nasce nel 2007 a Londra ed incarna un ibrido tra indie, rock e folk che li ha portati a suonare in giro per il Regno Unito nell’anno del loro debutto col primo EP “Love Your Ground”. Il primo album “Sigh No More” arriva nell’agosto 2009, dopo aver firmato con Island Records. Il disco vende più di un milione di copie raggiungendo il primo posto in molti paesi venendo anche certificato disco di platino. Il loro pubblico si amplia sempre di più anche grazie alle loro performance televisive negli show di David Letterman e Craig Ferguson. Nel novembre 2010 i Mumford & Sons hanno vinto il premio Most Popular International Artist agli ARIA Music Awards, ricevono due nomination ai Grammy grazie alla canzone “Little Lion Man” e vincono diversi premi nel corso degli anni che consolidano il loro ruolo all’interno della scena britannica e internazionale.
Babel, il secondo album, arriva nel 2012. Dopo una pausa di tre anni è la volta di Wilder Minds e nel 2018 di Delta, quarto e ultimo album prima di una lunga pausa in cui il leader Marcus Mumford esce con un album solista e una collaborazione con Pharrell Williams.

Rushmere è il nome del quinto album in studio del gruppo. È stato pubblicato il 28 marzo 2025 da Island Records e Glassnote Records. Si tratta del loro primo album dopo quasi sette anni di pausa, e segna il più lungo intervallo tra album in studio per la band. È anche la loro prima registrazione in studio come trio dopo l’abbandono di Winston Marshall (che suonava chitarra e banjo) nel 2021.
L’album prende il nome da uno stagno situato a Wimbledon Common a Londra dove Marcus Mumford, Ted Dwane e Ben Lovett si sono conosciuti inizialmente come amici e poi come collaboratori creativi. L’intento era quello di riportare gli ascoltatori dove tutto è iniziato, laddove il trio stesso si sentiva irrequieto di ricominciare e allo stesso tempo entusiasta di condividere nuova musica. Dieci canzoni che ripercorrono un ritorno alle radici, caratterizzato dall’inclusione della solita strumentazione folk, loro marchio di fabbrica.

La band ha ridefinito il folk rock mondiale grazie al loro suono fortemente acustico, dato dall’uso di strumenti come la chitarra, il banjo, il pianoforte e il contrabbasso, avvicinandosi in questo modo al bluegrass, al country e alla musica folk sulla falsa riga di Bob Dylan.
Il loro ritorno segna un evento imperdibile per i fan di vecchia data e un’occasione di riscoperta per chi non li ha mai ascoltati, nella speranza di non dover aspettare ancora tanti anni per un prossimo progetto.