Il 2025 conferma e aggrava un trend già evidente negli ultimi anni: sempre più donne a Bologna e in provincia si rivolgono ai centri antiviolenza. Le responsabili delle strutture parlano di un incremento costante degli accessi e di una crescente complessità dei casi. Al punto che gli alloggi protetti per le donne che fuoriescono dalla violenza non bastano più.
I dati sono stati diffusi questa mattina in occasione della presentazione delle iniziative nella Città Metropolitana per il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono previste oltre 170 iniziative nel territorio metropolitano: dalla deposizione della corona per le vittime di femminicidio alla seduta solenne del Consiglio comunale, da un’iniziativa con le scuole fino a un’azione di sensibilizzazione allo stadio Dall’Ara durante Bologna-Cremonese.
Violenza di genere: l’aumento di richieste d’aiuto ai centri antiviolenza
«Quest’anno si conferma l’aumento degli accessi e anche dei nuovi accessi», spiega Clarice Carassi, presidente dell’associazione Trama di Terre di Imola, stimando un +25% nel 2025 rispetto all’anno precedente. Un fenomeno che, sottolinea, «è strutturale e richiede risposte strutturali, non solo giudiziarie».
Preoccupano anche «il leggero aumento delle violenze fisiche e sessuali», segnala Katia Graziosi, presidente di Udi. Mentre da Mondo Donna arriva un altro allarme: «Crescono gli accessi delle giovani donne tra i 18 e i 29 anni», osserva Loretta Michelini.
Solo alla Casa delle Donne per non subire violenza, da gennaio a ottobre, sono state accolte 70 donne in più rispetto al 2024. «Supereremo sicuramente quota mille entro fine anno. E aumenta anche la complessità dei casi», aggiunge Deborah Casale, che chiede finanziamenti più consistenti per formazione e professionalità delle operatrici. Anche i fondi per il sostegno psicologico risultano insufficienti: «Abbiamo una lista d’attesa — riferisce Graziosi — e a novembre abbiamo dovuto chiudere gli appuntamenti».
I dati sulle donne vittime di violenza accolte nel 2024 a Bologna
Nel 2024 i centri antiviolenza metropolitani hanno sostenuto 1.289 donne, per un totale di oltre 11.000 dal 2016.
La tipologia di violenza più diffusa è quella psicologica (42%), seguita da quella fisica (26%), economica (21%) e sessuale (12%). Il 52% delle donne ha contattato le Forze dell’ordine e il 35% ha sporto denuncia. Nel 94% dei casi l’autore della violenza è una persona conosciuta.
Il fenomeno dei maltrattamenti in aumento si riflette anche sulle ospitalità. Nel 2024 sono state 116, ma i posti nelle case rifugio non bastano. I posti letto disponibili sono 70, a cui se ne aggiungeranno solo sette nel 2025.
La Città metropolitana stima un 30% di fabbisogno senza risposta, con molte donne costrette a essere ospitate in alberghi o soluzioni temporanee. «Siamo di fronte a un’emersione della violenza», commenta la vicesindaca Emily Clancy. Un’uscita dalla violenza che non avviene in poche settimane, ecco perché è necessario avere un numero di alloggi adeguato.
Parallelamente cresce anche il numero di uomini maltrattanti che si rivolgono al Centro senza violenza di Bologna: sono 70 quelli attualmente in carico, ma con 150 in lista d’attesa. Un aumento legato anche alle norme sul “codice rosso”. «Le risorse però non sono state adeguate, e il servizio si sta ingolfando», avverte la coordinatrice Giuditta Creazzo.
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