Nel giorno in cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è a Bologna per partecipare alla convention di Confindustria e visitare il Tecnopolo, si moltiplicano le iniziative di contestazione nei confronti suoi e del suo governo. Al centro delle proteste c’è l’approvazione, attraverso questione di fiducia in Parlamento, del Decreto Sicurezza, che aumenta la stretta repressiva nei confronti di qualunque forma di dissenso.
«Abbiamo uno striscione con scritto “clacson contro il governo” – racconta ai nostri microfoni Luca Tonini di Làbas, in piazza oggi insieme alla rete “No Decreto Sicurezza” di Bologna – e riscuotiamo molto consenso da parte degli automobilisti».
Decreto Sicurezza, la contestazione a Meloni a Bologna
L’approvazione del contestato Decreto Sicurezza alla Camera, ieri pomeriggio, ha creato tensioni sfociate anche con cariche della polizia nei confronti degli attivisti della rete nazionale “A pieno regime” che contesta sia il provvedimento che l’esautoramento del Parlamento attraverso la fiducia posta dal governo.
Oggi, a Bologna, la visita di Meloni non poteva passare inosservata e sono diverse le iniziative di contestazione. I primi a protestare sono stati gli studenti del Liceo Minghetti, uno dei quali si è incatenato alla scuola proprio contro il Decreto Sicurezza.
La protesta, promossa da Osa, fa parte di quelle organizzate dall’organizzazione studentesca insieme a Cambiare Rotta e Potere al Popolo, che si sono dati appuntamento al Parco Don Bosco questa mattina.
All’angolo da via Stalingrado e piazza dalla Costituzione, non lontano dal Teatro EuropAuditorium dove ha luogo la convention di Confindustria, si sono dati appuntamento Làbas e le altre realtà della rete bolognese “No Decreto Sicurezza”.
«Siamo ad alcune decine di metri dal cordone della polizia – racconta Tonini – Oltre a oggi torneremo in piazza sabato prossimo, 31 maggio, per una manifestazione nazionale a Piazza Vittorio a Roma per continuare ad alimentare un’opposizione sociale contro il Decreto Sicurezza».
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