“Yumi’s New School” è il titolo della nuova mostra dell’artista giapponese Yumi Karasumaru visitabile a palazzo Vizzani da oggi fino al primo di giugno. “La nuova scuola di Yumi” dice della volontà dell’artista, e dell’associazione Alchemilla, che ha organizzato l’esposizione, di promuovere un modo di fare arte che unisca stili e strumenti provenienti da diverse discipline e culture e di diffonderlo tra il pubblico, in particolare tra i più giovani.
Nel rispetto di questo intento lo spazio espositivo ospiterà l’atelier temporaneo di Karasumaru affinché l’artista al lavoro, nei pomeriggi dal mercoledì al sabato, possa intrattenersi con il pubblico per trasformare il dialogo visivo e iconografico che per anni ha cercato di intrattenere con le sue opere in scambio verbale.
Palazzo Vizzani ospita lo studio temporaneo di Yumi Karasumaru per avvicinare i giovani all’arte
Una trentina le tele, più o meno recenti, selezionate per mostrare il percorso artistico dell’autrice che va dalle tradizioni e i ricordi legati al suo Paese d’origine, il Giappone, all’Italia, nello specifico a Bologna, dove ha aperto uno studio e dove lavora. Paradigmatica è la vasta serie “Facing Histories” realizzata nel 2015 e presente in mostra, in occasione dell’anniversario dell’esplosione atomica di Hiroshima e Nagasaki.«I disegni mostrano scene della storia del Sol Levante – ha spiegato il curatore e professore del Dams, Roberto Pinto – attraverso storie di persone comuni riprodotte sulla tela partendo da foto scattate dalla stessa autrice.
Al centro ci sono episodi della seconda guerra mondiale in Giappone e la successiva fase di modernizzazione di tipo occidentale, simboleggiata dalla scelta dei colori per i contorni delle figure: molto accesi e opposti alla drammaticità degli eventi della guerra». Usando una tecnica appartenente al periodo dell’Edo giapponese riproduce la Storia che lega il suo paese all’occidente. «Così i due immaginari vengono avvicinati», ha concluso Pinto.
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Nella seconda sala è esposta la serie “Learning from the past”, la serie che riprende l’arte giapponese del periodo Edo. Nelle ultime due invece è proiettato un video delle performance realizzate dall’artista durante la sua carriera come ha confermato l’artista: «In questi trent’anni ho realizzato molte serie che ripercorrono il passato. Ho imparato tanto dalla storia e dalle tradizioni del mio Paese, e lavorando da anni in Italia ho conosciuto anche la storia di questo Paese. È stato molto formativo e d’ispirazione per le mie opere. Questa mostra mi permetterà di parlare con il pubblico, anche giovane. Vorrei trasmettere l’importanza del sapere, del contatto tra culture diverse e di quante possibilità questo dia per ripensare il mondo».
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In programma due performance: una oggi, alle 21, “The Storyteller – il narratore Pro-Memoria di Onoda, L’ultimo samurai”, l’altra, dal titolo “Il narratore, The Double Pop Songs, alle 20 e alle 21. Mentre il 16, il 23 e il 30 maggio alle 18 si terranno tre incontri tematici con esperiti d’arte, il critico d’arte, Roberto Pinto, la storica dell’arte e responsabile delle collezioni del MAMbo, Uliana Zanetti e il fumettista e direttore di Linus, Igort.