Si celebra oggi in tutto il mondo il World Radio Day, la giornata istituita dall’Unesco nel 2011 per celebrare la radio. Quale migliore occasione, quindi, per parlare di “Etere – Storie di radio, antenne e frequenze dal mondo”, il libro di Francesco Diasio edito da Altraeconomia? Un libro che ci porta alla scoperta delle radio in diversi contesti del pianeta, anche in quelli dove la radio è un mezzo di comunicazione fondamentale. Lo stesso autore, tra i fondatori dell’Agenzia Amisnet, ha partecipato a decine di missioni internazionali a sostegno dei media indipendenti e della libertà d’espressione.

“Etere”, la radio come strumento democratico

Da quando, più di un secolo fa, Marconi riuscì a trasmettere per la prima volta la voce sulle onde invisibili nell’etere, molte cose sono cambiate: «La radio è uno strumento che si rinnova continuamente», spiega ai nostri microfoni Diasio, che è stato anche segretario generale dell’Associazione mondiale delle radio comunitarie (AMARC) e attualmente è specialista internazionale di comunicazione per lo sviluppo per la FAO (Food and Agriculture Organization) delle Nazioni Unite.

«La radio è l’unico strumento che fa partecipazione», continua Diasio che, avendo coordinato progetti di sviluppo e sostegno di emittenti comunitarie e indipendenti in moltissimi Paesi, si è trovato anche in contesti di repressione e censura, in cui «la libertà di accesso alle frequenze è sempre una grande sfida». Spesso, quindi, la radio rappresenta l’unico strumento «di massa e per le masse», per salvaguardare la libertà di espressione, il pluralismo e la circolazione delle informazioni. Dall’Egitto alla Tunisia, passando per il Kurdistan, il Giappone e l’America Latina, Diasio in “Etere” ci racconta le realtà di opposizione ai poteri autoritari trasmettendoci tutta la potenza della radio come strumento di libertà

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