Non bastavano più i #FridayForFuture inaugurati dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg. Così, per tentare ulteriormente di dare uno scossone alle coscienze dei potenti della Terra, il movimento ambientalista globale ha pensato ad una intera settimana di mobilitazione. Le manifestazioni sono cominciate venerdì scorso, 20 settembre, ed hanno portato in piazza milioni di persone in molti Paesi del mondo. Sui profili social di Greta sono apparse le foto di folle oceaniche di manifestanti, che dall’Australia alla Germania, passando anche per il continente africano, sono scesi in strada con un messaggio unico: salviamo il pianeta, fermiamo il cambiamento climatico.

In Italia il giorno della mobilitazione coincide con la conclusione della #WeekForFuture. L’appuntamento è per il 27 settembre e la scelta organizzativa degli attivisti ha anche un risvolto ecologico: non una sola grande manifestazione, magari a Roma, ma tante marce locali, evitando così di far rombare i motori dei pullman verso un unico punto.
Il movimento #FridayForFuture mantiene una forte componente spontanea, fatta di giovani che si sono ritrovati attorno al tema ambientale, ma anche di associazioni ecologiste vecchie e nuove, da Legambiente ad Extintion Rebellion. Poco presenti, invece, sembrano i partiti che, salvo qualche sostegno pro forma, non sembrano aver sposato in pieno la causa. Il movimento, del resto, ci tiene a non farsi strumentalizzare o egemonizzare dalle forze politiche.

Ciononostante non mancano le alleanze sociali che si stanno costruendo attorno all’urgenza del salvataggio del pianeta. Tra queste, particolarmente significativa è l’adesione della Fiom alla mobilitazione del 27. I metalmeccanici della Cgil hanno compiuto una significativa evoluzione anche rispetto alla cultura sindacale produttivista che ha caratterizzato la storia del sindacato.
Così, come ha spiegato Michele De Palma della segreteria nazionale, la Fiom ha iniziato a premere durante le vertenze affinché si puntasse sull’innovazione in senso ecologico. “Ricordo quando dicevamo ad Fca che occorreva puntare sull’auto elettrica ed ibrida – spiega De Palma – e alla fine avevamo ragione, ma l’azienda oggi è in grande ritardo”.

Un altro tassello importante che riguarda il lavoro dei metalmeccanici è quello del trasporto pubblico. Da tempo la Fiom insiste sugli investimenti strategici per la realizzazione di autobus, ma le scelte di proprietà e governo sulla Bredamenarinibus non sembrano cogliere l’importanza del puntare su una produzione interna.
La dimensione “ecologica” della contrattazione sindacale, però, si manifesta anche in altri modi negli accordi aziendali, talora sulla filiera corta per il cibo delle mense o sugli incentivi per la mobilità ecologica degli operai. Al tempo stesso, i metalmeccanici della Cgil guardano anche ai comportamenti individuali e agli stili di vita, in relazione alla mobilità: “Oggi ci sono tante auto private che restano parcheggiate – sottolinea De Palma – Forse sarebbe meglio produrne qualcuna di meno, ovviamente elettrica ed ecologica, ma incentivare il car sharing e il car pooling”.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE DE PALMA: