Sono bastate 4 ore di sciopero proclamate dai principali sindacati del settore per far saltare oltre 400 voli. È il braccio di ferro tra i lavoratori del trasporto aereo e le compagnie low-cost. Un’insieme di vertenze che si inserisce in un mercato, quello dei voli turistici, in cui la ripresa post-covid è stata segnata da scarsità di personale, ritardi, problemi di ogni genere.

In tutta Italia voli in ritardo o voli cancellati per lo sciopero aereo. La CGIL: «vogliamo il rispetto del contratto nazionale»

«Il trasporto aereo vive un momento di passione per tanti motivi – in primis la mancata riconferma di molti posti di lavoro, sopratutto all’estero, seguito alla pandemia» a parlare ai nostri microfoni è Daniela Modonesi, responsabile settore aviazione per la CGIL Emilia Romagna. «Su queste difficoltà si innesta la questione delle low-cost, che non applicano il contratto nazionale e offrono ai propri dipendenti condizioni pessime. Noi con lo sciopero alziamo il tiro: chiediamo l’applicazione del contratto nazionale e condizioni migliori – a partire da questioni semplici, pensate che fino al primo sciopero nemmeno l’acqua a bordo era garantita. Poi c’è il problema degli orari: abbiamo lavoratori che si trovano a lavorare a nastro anche per dodici ore, e questo non va bene».

I sindacati esprimono soddisfazione per i numeri della protesta. «Per i lavoratori di questo settore scioperare è difficile. Alcuni sono assunti direttamente, altri indirettamente, altri ancora hanno partita IVA – e tutti temono ritorsioni per le mobilitazioni. In questo contesto, siamo assolutamente soddisfatti degli esiti». Quali sono i prossimi passi, chiediamo. «Noi aspettiamo di essere convocati al tavolo delle trattative – Ryanair ancora non ci ha ascoltati. Se questo non avverrà, chiaramente torneremo a scioperare. Intanto abbiamo un tavolo al Ministero e trattiamo anche a quel livello».

Arriviamo alla crisi di governo: influirà sui negoziati? «Le crisi di governo influiscono su tutto, il rischio c’è sempre. Le interlocuzioni col Ministero però son sempre quelle, quindi voglio sperare la situazione in Parlamento non abbia effetti negativi. Noi comunque preferiamo affrontare i problemi con serenità».

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Lorenzo Tecleme