Uno dei settori più vivaci negli ultimi anni in Italia è quello dei videogiochi. Che, a buona ragione, ha tutte le carte in regola per diventare un elemento di crescita economica e non solo. A promozione della cultura, ma anche della socializzazione e dell’inclusione sociale. Il mondo del gioco, insomma, si sta prendendo la sua rivincita dopo anni di gogna mediatica, vivendo una vera e propria età dell’oro. Nel Belpaese si contano 14 milioni di giocatori per un indotto economico di 2,2 miliardi di euro. Un patrimonio da difendere e da incentivare anche per via legislativa.
L’ascesa del gioco e la grande kermesse di Bologna
Il settore è in voga ormai ovunque. Lo dimostrano i dati ma anche gli eventi. Come nel caso del Bologna Game Farm, kermesse che certifica il grande successo della Regione nel settore videoludico italiano. L’evento – arrivato al terzo anno consecutivo – dà la possibilità a quattro start up di misurarsi per lo sviluppo di idee di videogiochi in un’ottica di commercializzazione del prodotto. Ma non è un caso isolato: negli ultimi anni si fa fatica a contare accademie ed università che hanno aperto indirizzi legati al mondo del gioco, la cui popolarità è in larga ascesa.
Nel mondo i ricavi generali del mercato dei videogiochi hanno toccato quota 184 miliardi di dollari, con un +0,6% rispetto al 2022. È un aumento minimo ma indicativo e le stime parlano di incrementi che porterebbero, nel 2026, a quota 206 miliardi. Una cifra stratosferica per un mondo che si compone di varie anime: c’è un mercato dei videogiochi per console, che sono oggi il 29% dei ricavi totali; c’è poi un mercato florido per videogiochi da PC; c’è poi un mercato minimo, quello dei browser game, che è l’1% del totale. Discorso a parte meritano i videogiochi mobile, che è oggi uno dei polmoni del mercato del gaming mondiale.
Italia, un popolo di gamers
Come si diceva, l’Italia è una delle patrie per il mondo dei videogiochi. Nel Belpaese il giro d’affari ha superato i 2 miliardi, i giocatori sono 15 milioni circa. Ma chi sono? Il 58% del totale è di sesso maschile, la restante metà è invece di sesso femminile. I giocatori si dividono anche per fasce di età: 45-64 anni, 15-24 anni.
Lo strumento più utilizzato è lo smartphone, quantomeno tra gli uomini. Console e PC Gaming inseguono. Una tendenza sovvertita dalle giocatrici: anche qui domina il mobile ma la preferenza tra PC e console va al primo. Circa i dati sui tempi di gioco c’è altro materiale interessante: il 69,7% gioca da dispositivo almeno un’ora alla settimana, mentre il 19,7% una volta al mese. Solo il 10,6% invece una volta l’anno. Sono numeri che non lasciano indifferenti e verso cui si sta pensando ad un disegno di Legge, come si diceva, per monitorare costantemente le attività videoludiche.