La cordata di associazioni che ha vinto il ricorso contro l’assegnazione degli spazi di Vicolo Bolognetti a Làbas ora chiede che venga rispettata la sentenza del Tar. Sono BoArt, Comitato Piazza Verdi, Associazione Culturale Youkali e Vicolo Stretto le realtà che ora, quattro anni dopo aver avviato l’iter legale per contestare la vittoria del bando da parte di “Nata per sciogliersi” che fa riferimento all’ex centro sociale, ricostruiscono il lungo percorso e prendono posizione.

I vincitori del ricorso commentano la sentenza del Tar su Vicolo Bolognetti

I vincitori del ricorso entrano nel merito della sentenza del Tar, spiegando i diversi punti che hanno portato a decretare l’illegittimità dell’assegnazione a “Nata per sciogliersi”, cioè Làbas.
Innanzitutto in sede di assegnazione dei punteggi, non sono stati riconosciuti ai ricorrenti i 15 punti derivanti dalla pregressa esperienza di gestione di spazi pubblici, che invece almeno due delle associazioni della cordata avevano in precedenza gestito.
Ma è sulla sostenibilità economica che si concentrano le maggiori irregolarità. «Sono stati attribuiti 9 punti su 10 al progetto economico di “Nata per sciogliersi”, che ammontava a circa 5mila euro l’anno per la gestione – spiega ai nostri microfoni Simona Sagone di Youkali – Con quella cifra, però, non si sarebbe nemmeno pagata la Tari e soprattutto non erano previsti costi per la sicurezza e le assicurazioni dei lavoratori volontari».

Il progetto economico della cordata risultata sconfitta, invece, prevedeva una spesa triennale di circa 350mila euro, di cui 80mila euro per il canone di affitto. Risorse che, se l’affitto fosse stato abbattuto, sarebbero state investite nelle attività.
«La città è stata privata di un progetto che era il migliore dal punto di vista qualitativo e gestionale – sostiene Sagone – Noi non siamo aziende, siamo libere forme associative e avremmo organizzato attività per la città e il quartiere».

Ora le associazioni che hanno vinto il ricorso al Tar chiedono di dare seguito alla sentenza, destinando a loro gli spazi di Vicolo Bolognetti. Sui tempi, però, non c’è una visione unanime. Se c’è chi chiedeva che i locali fossero liberati entro il primo aprile, c’è invece che osserva che il Comune ha 60 giorni per fare ricorso.
In ogni caso, prima o dopo a Vicolo Bolognetti quelle realtà vogliono entrare. «Se usi lo strumento del bando, non puoi invocare la legalità per alcuni e per altri no – sottolinea Sagone – Non c’è stato un procedimento corretto, quindi ora invochiamo che quegli spazi ci vengano assegnati».

Ieri Coalizione Civica ha preso posizione difendendo Làbas e sostenendo che quella attorno a Vicolo Bolognetti è stata «una lunga battaglia politica mascherata da battaglia giudiziaria».
La replica dei vincitori del ricorso rimane sul piano delle regole. «È stata fatta una scelta per partito preso, ci è anche stato detto in partenza, prima dei bandi, che non c’erano altri spazi in cui mettere Làbas. Ma allora non si fa un bando, non si ingannano le persone dicendo che c’è un bando pubblico a cui partecipare».

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