È stata inaugurata lo scorso 26 maggio e proseguirà fino al 24 settembre presso il Palazzo delle Esposizioni del Palazzo Fava a Bologna in via Manzoni 2, la mostra “Viaggio verso l’ignoto”. La Fondazione Lucio Saffaro vuole così rendere omaggio alla complessa e poliedrica figura del pittore, scrittore, poeta e matematico, tra i più carismatici e importanti della cultura italiana del ‘900.

La mostra su Lucio Saffaro: un tuffo nel passato e nel “non-reale”

La mostra ci fa immergere completamente nell’arte di Lucio Saffaro, presentando 87 opere pittoriche e grafiche tra le più significative dell’artista: 37 olii su tela, 34 litografie e 16 disegni, per offrire una visione complessiva delle sue opere compiute tra il 1954 e il 1997, partendo dalla sua fase giovanile fino alla maturità.
Spinto sempre dalla curiosità e dalla ricerca di un linguaggio raffinato e particolare, la mostra si apre con immagini che vengono direttamente dagli anni Cinquanta, in cui ci si immergerà in scenari indeterminati e surreali dove figurano personaggi enigmatici e inquieti che abitano in luoghi irreali e atmosfere senza tempo.

Si passerà poi alle opere del suo periodo più ricco, ovvero degli anni Sessanta, in cui Saffaro inizia a focalizzare le sue opere sul rapporto tra arte e scienza.
Obiettivo principale della mostra, e degli Enti promotori, è quello di seguire le molteplici dimensioni esplorate da Saffaro: identificazioni simboliche, monumenti e ritratti immaginari, visioni allegoriche, dimensioni del pensiero creativo e tanto altro ancora.
Verrà inoltre presentato il documentario prodotto proprio per l’artista: “Lucio Saffaro. Le forme del pensiero”, realizzato nel 2014 dal regista Giosuè Boetto Cohen con le narrazioni di amici e studiosi dell’opera di Saffaro. A questo si aggiungeranno anche filmati di famiglia che ci permetteranno di entrare nella sfera intima e privata dell’autore.

La mostra sarà accessibile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19 presso il Palazzo Fava a Bologna. Costo del biglietto 6€.
Maggiori informazioni consultabili dal sito.

Clarissa Lapenna

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