«Meloni ha fatto un autogol. Si è accorta che anche Biden ha ricevuto Xi Jinping negli Usa? Che Macron e Sanchez sono andati in Cina in visita?». Sono queste le reazioni dell’ex premier Giuseppe Conte alla notizia dell’abbandono della Via della Seta, la partnership strategica con la Cina, da parte dell’Italia.
È comprensibile il disappunto di Conte, dal momento che era stato lui e il suo governo a siglare nel 2019 il Memorandum di intesa con la Cina siglato nel 2019.

Via della Seta, perché l’Italia ha abbandonato l’intesa con la Cina

La notizia dell’abbandono dell’Italia della Via della Seta era stata preannunciata nei mesi scorsi, ma oggi è arrivata l’ufficialità. Sono state le stesse autorità italiane e cinesi ad aver tenuto sotto traccia la questione, proprio perché il messaggio che la decisione ha preso ha ripercussioni politica, anche sullo scacchiere internazionale.
«Senza dubbio le basi della decisione del governo Meloni sono economiche – osserva ai nostri microfoni Alessandro Albana, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – L’Italia aveva l’ambizione di ottenere vantaggi economici di un certo tipo, soprattutto in termini di commercio e investimenti. Ciò non è accaduto, ma si è realizzato il contrario, basti pensare che nel 2022 il deficit commerciale dell’Italia con la Cina ha raggiunto i 46 miliardi di dollari, un record assoluto».

Tuttavia dietro la decisione non ci sono solo ragione economiche. «Il governo Meloni punta la sua politica estera su un allineamento verso gli Stati Uniti e l’Europa, nonostante nella maggioranza vi siano forze politiche che erano critiche nei confronti dell’Europa».
Dal lato cinese, ovviamente la decisione italiana non ha fatto piacere, ma secondo il docente non dovrebbe incrinare i rapporti diplomatici tra i due Paesi. C’è da dire, però, che la politica estera cinese ha cercato una sponda in occidente anche per via di problemi e criticità del proprio mercato interno.

La decisione italiana rafforzerà il consolidamento di due blocchi che sembrano formarsi nel mondo, con l’occidente – in particolare Usa e Europa – da una parte e l’oriente, soprattutto Cina e Russia dall’altra?
Albana osserva che il peso dell’Italia in politica estera è piuttosto limitato, spesso ininfluente, ma «in questo momento le relazioni internazionali tra occidente e oriente sicuramente non se la passano molto bene. Se ciò possa presagire a scenari che fanno riferimento alla guerra fredda o contrapposizioni di quel tipo è presto per dirlo. Sicuramente ci sono tendenze e processi che allontanano anziché avvicinare».

In ogni caso, quando si parla di relazioni internazionali, «vale il principio che le intese non sono destinate a finire per sempre – sottolinea il docente dell’Università di Venezia – Se l’incontro tra Biden e Xi Jinping non ha portato a sviluppi sostanziali nelle relazioni tra i due Paesi, ma il fatto che siano riprese le comunicazioni tra i due Paesi e sicuramente un fatto positivo».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO ALBANA: