«Biografilm festival, celebrating lives è alla sua ventesima edizione», ha esordito la co-direttrice di Biografilm Festival, Chiara Liberti. A ospitarla «saranno la casa del cinema bolognese, il Cinema Lumière – ha aggiunto il co-direttore, Massimo Benvegnù – ma anche il Pop up cinema Arlecchino, il Jolly 4K e il chiostro di Santa Cristina». E ha spiegato che le pellicole, in programma dal 7 al 17 giugno, «saranno settantasette – e che, rispettando la vocazione del festival, dare spazio alle storie di vita, alle fiction e ai documentari – mostreranno e metteranno in dialogo numerosi temi di attualità. Dall’urgenza climatica , al tema dei corpi come soggetti politici, alla ricerca dell’autodeterminazione, passando per la memoria, individuale e collettiva, fino alla salvaguardia dell’ambiente».
Biografilm Festival: la premiazione di Abel Ferrara con il Celebration of Lives Award per il film “Turn in the Wound”
«Il calendario è ricchissimo – ha detto Liberti – settantasette film e diciannove anteprime mondiali». Al centro delle narrazioni topics di grande urgenza sociale e politica. «Partiremo con il tema dell’isolamento, il 7 giugno, presentando, per la prima volta in Italia, “Hors du Temps” di Olivier Assayas. Seguiranno poi il documentario “Turn in the Wound” di Abel Ferrara, arricchito da parti di un diario visivo girati con la cantante Patti Smith e proiettato il 16 giugno, che affronterà il tema della guerra in Ucraina e le sue conseguenze». Ma ci saranno anche titoli con al centro la memoria, personale e collettiva. Tra questi “Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer” di Samuele Rossi, in programma l’11 giugno, “Il frastuono e il silenzio” di Giampaolo Penco su Toni Negri, il 16 giugno, “Nomade che non sono altro” di Fedora Sasso sui nomadi, il 9 giugno, “La Storia il romanzo dello scandalo” di Silvia Luzi su Elsa Morante, e “Cerchi” di Margherita Ferri sulla vita dopo aver subito un reato, entrambi il 12 giugno.
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La rassegna proseguirà con film che mostrano i corpi come strumento d’azione politica con cui esprimere le istanze sociali delle soggettività: “Stray Bodies – Corpi erranti” di Elina Psykou, un viaggio on the road attraverso l’Europa, sui diritti delle donne all’autodeterminazione del proprio corpo, e “Woman of” di Małgorzata Szumowska e Michał Englert, il racconto epico della lotta di Aniela Wesoły per affermare la propria identità di donna trans in Polonia. Entrambi saranno in sala l’8 giugno, uno alle 21.15 al Lumière e l’altro alle 21.30 al Chiostro di Santa Cristina. Ci sarà anche una storia di riscatto, quella di Romina, con cui Valerio Lo Muzio e Michael Petrolini che ricorda la crucialità dello sport come presidio nelle periferie. Per arrivare all’appello alla consapevolezza e alla necessità di vivere nel rispetto dell’ambiente evitando il suo collasso. Ed è uno degli obiettivi del documentario “Gerlach” di Aliona van der Horst e Luuk Bouwman, che ritrae un agricoltore che da sessant’anni coltiva ortaggi all’ombra dell’aeroporto di Amsterdam ed è oggi incastrato tra una stazione di servizio Shell e un McDonalds, mentre gli immobiliaristi puntano la sua terra e il cambiamento climatico mette a rischio il suo raccolto. italiana di “Hors du Temps” di Olivier Assayas, il 7 giugno, che riceverà il Celebration of Lives Award con al centro la convivenza di una coppia durante l’isolamento nel periodo del Covid.
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