Li avevamo lasciati nel 2016 con il precedente “The Getaway”, quando l’hype attorno al gruppo era già da tempo andato calando; si è tutto riacceso nel 2019 con la notizia che sicuramente ha fatto scendere una lacrimuccia a molti fan.
I Red Hot Chili Peppers riaccolgono il loro storico chitarrista dopo tredici anni e il risultato è un album che punta forte sull’affermata sinergia del quartetto californiano e sulla produzione di Rick Rubin.
L’ultimo lavoro dei Red Hot Chili Peppers assieme a John Frusciante era stato il pluripremiato doppio album “Stadium Arcadium” dell’ormai lontano 2006: da allora, dopo la seconda uscita del chitarrista dalla formazione losangelina, la band di Anthony Kiedis, Flea e Chad Smith aveva proseguito pubblicando altri due dischi assieme a Josh Klinghoffer, polistrumentista di talento che si era rivelato estremamente capace nel (non semplice) compito di sostituire il leggendario membro, dedicatosi a lavori solisti più di nicchia e sperimentali rispetto al funk rock dei Red Hot. Il loro dodicesimo album, “Unlimited Love”, è il primo pubblicato dopo il rientro di Frusciante nel 2019 ed è stato accolto positivamente da pubblico e critica: nonostante siano ormai lontani i tempi dei grandi singoli come “Scar Tissue” o “Snow” capaci di diventare hit planetarie (sotto questo aspetto probabilmente non hanno più brillato allo stesso modo dopo “Stadium Arcadium”), si respira la rinnovata connessione musicale fra i componenti e la felicità di infiammare di nuovo assieme il pubblico.
Sotto la rinnovata supervisione del loro producer di fiducia Rick Rubin, i RHCP sfornano diciassette brani che spaziano dalle jammate più hard rock (“These Are The Ways”) a pezzi soft altrettanto nel loro stile (“Black Summer”), che tuttavia suonano leggermente stantii ad un pubblico che ormai ha esaurito da tempo l’entusiasmo per questa semplice, per quanto efficace, sinergia. Il risultato è un album che non stona e non splende, ma che sancisce il ritorno a una formula collaudata che non può che soddisfare le orecchie di chi conosce la loro discografia alla perfezione.