Le associazioni universitarie di centrosinistra a Bologna hanno organizzato un presidio di protesta davanti al Rettorato in occasione della seduta del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Il motivo della protesta è la contestazione delle nuove regole per l’accesso alla carriera da insegnanti e per la formazione dei docenti, definite dalla cosiddetta “Riforma Bianchi”.

La protesta davanti al Rettorato contro la riforma Bianchi sull’abilitazione all’insegnamento

Il sit-in è stato indetto da varie organizzazioni studentesche, tra cui Link, Sinistra Universitaria, Rete degli Universitari, Udu, Scienze Indipendenti e Adi. Queste associazioni intendono manifestare il loro dissenso sulle scelte adottate dall’Ateneo riguardo alla riforma, sostenendo che queste politiche rischiano di trasformare l’insegnamento in «un privilegio per pochi».

Secondo le associazioni studentesche, i nuovi costi imposti dalla riforma ricadranno interamente sugli studenti, con cifre che potrebbero arrivare fino a 2.400 euro per un percorso da 60 CFU e 1.900 euro per un percorso da 30 CFU. Cifre che porterebbero ad escludere molti aspiranti insegnanti che non possono permettersi tali spese.

I rappresentanti degli studenti hanno avanzato proposte concrete durante una seduta del Senato Accademico, chiedendo all’Alma Mater di Bologna di ridurre i costi del percorso formativo al fine di renderlo più accessibile. Tra le proposte avanzate ci sono la revisione delle tassazioni e la considerazione di formule di rimborso economico basate sul reddito ISEE degli studenti. Inoltre, è stata richiesta un’azione più incisiva dell’Ateneo per garantire soluzioni abitative accessibili attraverso una collaborazione più stretta con Ergo per gli alloggi destinati agli studenti del percorso formativo per insegnanti. Si è anche sollecitato l’organizzazione di appelli di laurea straordinari a beneficio di coloro che desiderano intraprendere la formazione per diventare insegnanti.

Proposte che tuttavia sono state respinte dall’Ateneo durante la sessione del Senato Accademico. Ciò ha alimentato l’indignazione degli studenti, che accusano l’Ateneo di ignorare le ingiustizie della riforma e di perpetuare un sistema elitario ed esclusivo nel settore dell’insegnamento.
In sintesi, le associazioni universitarie denunciano una riforma elitaria ed esclusivista che rischia di trasformare l’insegnamento in un privilegio riservato solo a chi può permettersi di sostenere i costi elevati della formazione. Concludono ribadendo che il mondo dell’insegnamento non può e non dovrebbe essere un privilegio per pochi, ma un’opportunità accessibile a tutti coloro che ne abbiano il desiderio e le capacità.

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