Con un pesantissimo 53% Fidesz, il partito del presidente Viktor Orban, ha vinto le elezioni politiche in Ungheria, consacrando il leader al suo quarto mandato. Come se non bastasse, l’estrema destra del Movimento Nostra Patria entra in Parlamento e la coalizione di opposizione guidata da Péter Marki-Zay esce dalla competizione elettorale annichilita, al punto che oggi non scenderà nemmeno in piazza come invece è accaduto nelle precenti vittorie di Orban.

Viktor Orban sbanca di nuovo le elezioni in Ungheria

A raccontare i risultati delle elezioni in Ungheria ai nostri microfoni è Francesca De Benedetti, inviata di Domani, che ha seguito lo spoglio da Budapest. «Orban non solo vince, ma stravince – osserva la giornalista – Ha una presa sul Paese che in qualche modo ha favorito questo risultato, nel senso che non si tratta solo di voti incassati, ma di un intero sistema che ruota ormai attorno a lui e al suo entourage, compresi i media».

In questa occasione, però, l’opposizione ungherese ha cercato di fare blocco comune contro Viktor Orban, riunendo in una coalizione sei diversi partiti molto eterogenei, dai giovani di sinistra radicale alla destra radicale che ora si è ripulita.
«L’opposizione esce da queste elezioni letteralmente annichilita – racconta De Benedetti – perché non solo perde, ma Orban ottiene una larghissima maggioranza in Parlamento che gli consentirebbe di mettere mano alla Costituzione, come già fatto in passato».

La serpe in seno dell’Ue, alimentata dagli interessi della Germania

Le grane, però, non sono solo ungheresi. Gli effetti possono essere seri anche per l’Ue e lo stesso leader magiaro ha affermato che queste elezioni vanno interpretate come un messaggio a Bruxelles. «Parliamo di un messaggio di rottura da parte di un leader che, in questa campagna elettorale, ha fatto da sponda a Vladimir Putin», aggiunge la giornalista.
Proprio su questo ci sono diverse possibili interpretazioni su come leggere il risultato ungherese alla luce degli assetti che, complice la guerra in Ucraina, l’Europa stessa sta prendendo. Alcuni quotidiani italiani oggi hanno parlato di un leader, Orban, sempre più isolato nello stesso continente.

«Io ho provato a delineare una strategia, la strategia Biden, che ha preso il via almeno da quest’estate e che si è accentuata durante la guerra – spiega De Benedetti – La strategia è quella di riavvicinare agli Usa e all’Ue la Polonia e di marginalizzare il più possibile l’Ungheria di Orban. Al punto che nei prossimi giorni saranno sbloccati i fondi per la Polonia, che erano stati bloccati dopo lo scontro sullo stato di diritto».

Se Bruxelles in queste ultime settimane ha cercato di mostrare un fronte europeo compatto, quasi unanime, ad esempio nei confronti dell’aggressione militare della Russia all’Ucraina, l’Ungheria di Orban rappresenta una “serpe in seno” all’Europa, un elemento di disaggregante e di rottura.
«Lo era già, ma non è stato fermato – sottolinea la giornalista – e su questo ci sono gravi responsabilità politiche europee, in particolare della Germania, che con l’Ungheria ha un rapporto di interdipendenza asimettrica, in particolare per le manifatture automobilistiche tedesche presenti in Ungheria. Per anni Orban ha potuto godere di un’alleanza tattica con la Germania».

In particolare, De Benedetti cita le inchieste dei giornalisti ungheresi che hanno ricostruito come le leggi contro i diritti dei lavoratori promosse da Orban favorissero le imprese tedesche, ma anche il ruolo di sponda di Angela Merkel in Europa rappresentato dal leader magiaro su questioni come il dieselgate. «Quindi, coperto dalla Germania, per anni e anni Orban ha potuto godere di una sorta di impunità in Europa e adesso ne paghiamo il prezzo», conclude la giornalista.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCA DE BENEDETTI: