Da quasi otto anni, nella periferia di Bologna, c’è una comunità che si autoproduce il proprio cibo, sottraendosi così dalle logiche dell’agroindustria, che spesso prevedono pratiche intensive, non rispettose della terra e dell’ambiente, né del lavoro.
Si tratta di Arvaia, una cooperativa agricola, ma anche una comunità che supporta l’agricoltura.

Arvaia, una comunità che coopera per un’agricoltura diversa

Arvaia nasce a Bologna nel febbraio 2013 con l’obiettivo di produrre il cibo che mettiamo in tavola in un modo diverso dal solito e sostenibile.
Il nome “arvaia” in bolognese vuol dire piselli, ovvero vari semi che si trovano uniti dentro lo stesso baccello ed è proprio questo il principio che segue la cooperativa. Organizzata in CSA – dall’inglese Community Supported Agriculture – è una forma di attività di produzione agricola e del suo consumo che si basa sull’alleanza tra chi produce il cibo e le persone che lo consumano.

«Arvaia è una comunità di cittadini e cittadine che si sono associati per prodursi il proprio cibo – spiega ai nostri microfoni Paola Zappaterra, presidente della cooperativa – ci sono alcuni soci che lavorano nei campi, mentre altri sostengono l’attività agricola attraverso una quota annuale e, in cambio, ricevono una volta a settimana una parte del raccolto».

I terreni di Arvaia si trovano a Borgo Panigale. Nel 2015, infatti, la cooperativa ha vinto il bando pubblico per la gestione dell’intera area del Parco Città Campagna, composto da ben 47 ettari, che un percorso di partecipazione popolare aveva stabilito rimanessero verdi e agricoli. Nello stesso anno viene inaugurata la Csa, Comunità che Sostiene l’Agricoltura, cioè la modalità di supporto con cui da allora si partecipa alla principale attività di Arvaia, ovvero la produzione e distribuzione di ortaggi.
Negli anni successivi comincerà anche la distribuzione di prodotti lavorati come passata di pomodori, farine, pasta, fette biscottate, miele e semi.

Con il passare del tempo anche il numero dei soci aumenta e arriva a più di 300, di cui 7 lavoratori fissi, coadiuvati da lavoratori stagionali durante l’estate e da studenti che svolgono il tirocinio curriculare.
Nel 2021, grazie al sostegno dei soci, è stato realizzato un pozzo artesiano che permette di irrigare le colture in maniera ottimale con un sistema a goccia.

Arvaia rappresenta una vera e propria oasi alle porte di Bologna. «Siamo aperti come un parco pubblico. Chi vuole, a prescindere dal fatto che sia o meno un fruitore della cooperativa, può venire e fare picnic, portare a spasso il cane, passeggiare e godere di questo polmone verde a cui si arriva comodamente con la cicablile o l’autobus», conclude Zappaterra.

Per ulteriori informazioni consultare il sito della coperativa https://www.arvaia.it/

ASCOLTA L’INTERVISTA A PAOLA ZAPPATERRA:

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