Si terrà domenica prossima, 15 gennaio, in via Zamboni 38, nei locali dell’Università di Bologna, la giornata di discussione “La guerra in Ucraina e le nostre lotte“. Si tratta di un momento di riflessione promosso da ConvergenX, che riunisce diverse realtà bolognesi e non solo, proprio sull’impatto che l’attuale conflitto alle porte dell’Europa sta avendo sulle battaglie e le mobilitazioni dal basso da molteplici prospettive.

La guerra in Ucraina, le lotte e le nostre vite: una giornata di discussione

A spiegare ai nostri microfoni il senso della giornata di discussione è Isabella Consolati di Sconnessioni Precarie, che fa parte dell’organizzazione.

Quale è la necessità che vi ha spinti a organizzare questa iniziativa?

«La giornata è organizzata da ConvergenX – parole pratiche in movimento, che è uno spazio di discussione che è stato creato da alcune realtà cittadine prima della grande manifestazione del 22 ottobre “Convergere per insorgere“. Il senso di questo nome sta nella X: l’iniziativa è nata perchè abbiamo pensato che il percorso della convergenza, che ha portato a momenti di piazza molto importanti, ha in qualche modo bisogno di approfondire discussioni sulle iniziative e sui problemi che abbiamo di fronte. Abbiamo quindi pensato di organizzare questa discussione su un problema enorme, che è come dare una risposta politica alla guerra in Ucraina. La discussione parte tanto dagli effetti notevoli e pesantissimi che la guerra in Ucraina sta avendo dal punto di vista globale, ma anche sulle nostre vite, sulle nostre lotte quotidiane, ma anche dal fatto che, nonostante questi effetti siano molto palpabili, c’è stata in questi mesi una difficoltà notevole da parte dei movimenti di pensare di organizzare un’iniziativa, ma anche solo di prendere una posizione chiara sulla guerra e i suoi effetti. La giornata di discussione risponde quindi all’esigenza di aprire un ambito di discussione in cui sia possibile confrontarsi schiettamente con il problema che la guerra in Ucraina ci pone, perchè una delle ragioni per cui secondo noi è stato così difficile immaginare un’iniziativa è anche perchè ci mancano le parole, ci mancano delle categorie per comprendere quello che sta succedendo. A volte vengono riesumate in qualche modo dal passato, ma non sono più in grado di cogliere una realtà trasnazionale che è cambiata notevolmente e quindi dobbiamo in qualche modo dotarci di strumenti per comprendere la sitazione, prendere una posizione e a partire da qui pensare anche a iniziative future».

Durante la giornata il tema verrà approciato da diverse prospettive, da diversi punti di vista.

«Si, esatto. La giornata verrà organizzata in tre momenti. I primi due saranno introdotti da una serie di input su differenti temi in cui la guerra in Ucraina ha degli effetti. Sono pensati per dare un minimo di struttura a una discussione che però vogliamo che sia aperta. Ci saranno interventi su guerra e patriarcato, guerra e migranti, guerra e precarietà e lavoro, guerra e globalizzazione, guerra ed ecologia, guerra e trasformazione dello Stato negli Usa, guerra ed opposizione alla guerra. Fino a una discussione finale sulla politica trasnazionale di pace, su come immaginare colletivamente a un percorso che ci porti ad essere in grado di dare una risposta politica a quello che sta succedendo in Ucraina e non solo. Alla giornata partecipano collettivi e sindacati da tutta Italia. Chi volesse partecipare è assolutamente invitato a venire, per informazione c’è una mail “convergenx@gmail.com”. Si comincerà alle 11 del mattino, in via Zamboni 38. L’idea è prendersi tutta la giornata, perchè il tema lo richiede ed è uno dei primi momenti in cui in realtà da tutta Italia si riuniscono per discutere di questo problema».

Prima dicevi che i movimenti hanno fatto anche fatica ad assumere una posizione chiara ed univoca sulla questione della guerra Ucraina. Questo è anche conseguenza di come questa guerra è stata trattata dal punto di vista mediatico, con una forte propaganda anche nei media nostrani?

“Si, sicuramente ha pesato tantissimo. Nei vari tentativi di discussione, ma anche di confronti che penso tutti abbiamo avuto con compagni ed amici, si entrava in un inevitabile schierarsi in uno dei schieramenti che venivano presentati come gli unici possibili: o essere filo putiniani o essere a favore della Nato. Sembrava anche che questi due fossero li unici schieramenti possibili. Per noi è stato molto importante essere parte di questa assemblea transnazionale contro la guerra, dentro la quale si è fatto un gesto iniziale fondamentale dicendo “noi rifiutiamo questi due schieramenti come gli unici possibili, noi stiamo dalla parte di chi subisce gli effetti della guerra che sia in Ucraina, che siano in Russia, che siano in altri luoghi”. Quindi sicuramente il primo modo per scartare i vicoli cechi che sono introdotti dal modo in cui la guerra è trattata nel dibattito pubblico è proprio quello di smarcarsi da questa polarizzazione iniziale senza subire i ricatti, che non fanno altro che alimentare la logica della guerra, piuttosto che disinnescare la cosa che dovrebbe essere l’obbiettivo della nostra politica di pace».

ASCOLTA L’INTERVISTA A ISABELLA CONSOLATI: