I circa 3300 detenuti presenti nelle carceri dell’Emilia-Romagna nei prossimi giorni riceveranno un vademecum per conoscere se hanno diritto ad accedere a misure alternative alla reclusione.
L’iniziativa è stata presentata oggi in contemporanea in tutti gli istituti di pena della regione e parte dalla volontà del garante regionale, Roberto Cavalieri, di concerto con la Camera Penale e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
Carcere, un vademecum ai detenuti per le misure alternative
“Codice ristretto” è il titolo del vademecum in distribuzione ai detenuti dell’Emilia-Romagna. «È un documento che semplifica moltissimo la comprensione di normative e codici molto complessi – osserva il garante – Abbiamo voluto distribuirlo per supportare i detenuti a credere ancora ai benefici e a farne istanza e a comprendere la loro situazione anche da soli, per poi valorizzarla insieme ai propri avvocati». Ma Cavalieri ricorda anche alle istituzioni che esistono dei benefici che vanno applicati quando le condizioni giuridiche dei detenuti lo consente.
Le statistiche rivelano che i detenuti che accedono a misure alternative al carcere hanno un rischio di recidiva del reato molto più basso di chi trascorre tutta la pena in reclusione.
I problemi, però, non mancano, specialmente per l’accesso stesso alle misure alternative. «Esistono ostacoli oggettivi – rimarca il garante – che riguardano la popolazione straniera che non ha reti di supporto all’esterno del carcere. Le politiche della Regione supportano molto il Terzo Settore e il volontariato a vicariare questa mancanza con case d’accoglienza e progetti di accompagnamento all’esterno».
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Le condizioni nel carcere della Dozza
Alla presentazione del vademecum era presente anche la direttrice del carcere della Dozza, Rosa Alba Casella, che ha fatto un punto sulle criticità emerse nell’istituto.
Il problema principale rimane il sovraffollamento, che riguarda diverse carceri in Italia. A Bologna la capienza sarebbe di 400 detenuti, mentre i reclusi attualmente sono 750. Una percentuale sensibilmente più alta rispetto al dato di tutta l’Emilia-Romagna, che si attesta attorno al 25%.
Casella riferisce che è stato quasi completamente risolto il problema registrato nel giugno scorso relativo all’acqua. Gli interventi di Hera hanno migliorato la situazione, anche se non è stata ancora ripristinata la piena funzionalità.
«La situazione è abbastanza tranquilla – afferma la direttrice – Al terzo piano si avverte un po’ di più la calura, ma adottato le salette di ventilatori».
In ogni caso la struttura della Dozza rimane obsoleta. «Ha dei grossi limiti – evidenzia Casella – che derivano dal fatto che risale agli anni ’80, quindi non offre tutte le potenzialità di cui abbiamo bisogno per lavorare. Però siamo impegnati a fare del nostro meglio».
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