Su un giornale del maggio 1916, comparve una serie di poesie anonime attribuite ad un contadino della Moravia nordorientale, sedotto da una zingara di pelle scura, per la quale abbandona il suo paese natale, per poi esserne lasciato a sua volta. Trattavasi in realtà d’un falso letterario, all’epoca gli zingari erano visti dalla popolazione come banditi, fatto sta che questo ciclo di poesie esercitò un’enorme impressione sul compositore moravo Leos Janacek (1854-1928).

Proprio in quel periodo Janacek s’innamora della moglie d’un suo conoscente, Kamila Stoesslova, di 38 anni più giovane di lui e facendo un parallelo fra le similitudini narrate nel ciclo di poesie e quelle dovute al proprio innamoramento, decide di mettere il tutto in musica. “Mentre componevo questo ciclo, pensavo a te”, scriveva in una lettera indirizzata all’oggetto dei suoi desideri.

Il “Diario di uno scomparso”, ciclo vocale in 22 sezioni, viene composto in una prima versione per tenore, soprano, coro di 3 voci femminili e pianoforte, in 3 fasi: nell’agosto del ’17, nell’aprile del ’18 e fra il febbraio ed il giugno del ’19 e messo in bella copia, nell’attesa di trovare un editore. Senonchè, in seguito ad un’esecuzione in forma privata, il compositore decide d’apportarvi una serie di mutamenti, abbassando in più punti la tessitura del tenore, troppo insistente sul registro acuto ed utilizzando una voce di contralto al posto di quella sopranile, nelle sezioni dalla 9 alla 11. Questa seconda versione viene eseguita a Brno, il 18 aprile ’21.

Nel 1943, in vista d’una rappresentazione in forma scenica, viene realizzata da Ota Zitek, con l’aiuto di Vaclav Sedlacek (ex copista di Janacek), una versione orchestrale, quella oggetto della puntata in onda giovedì 27 aprile, versione fedele per quanto concerne contenuto musicale, tempo e metronomo, oltre che per la maggior parte dei segni dinamici ed espressivi, alla partitura originale, ma senza cercare d’imitare l’assai peculiare stile d’orchestrazione del tardo Janacek.

Nei suoi lavori orchestrali Janacek ottiene un suono particolarmente scabro, dovuto a raggruppamenti strumentali non convenzionali, con il registro centrale volutamente trascurato in favore di quello grave e di quello acuto, oltre ad una certa predilezione per i timbri dell’ottavino e del trombone. In questa trascrizione abbiamo invece una scrittura più omogenea con predominio degli archi ed i registri estremi addolciti da raddoppi d’ottava in quello centrale, L’esito resta comunque suggestivo e meritevole di conoscenza. Questa versione venne rappresentata il 26 giugno ’43 a Plzen (Pilsen), diretta dallo stesso Zitek. In precedenza, a Lubiana nel ’26, era già stata realizzata in forma scenica anche la versione originale con pianoforte.

L’edizione proposta resta a tutt’oggi l’unica incisione disponibile della versione orchestrale, registrata alla Jesus-Christus-Kirche di Berlino-Dahlem nel novembre ’87, dal tenore Philip Langridge e dal contralto Brigitte Balleys, con elementi femminili del Coro da Camera RIAS diretti da Marcus Creed (preparatrice linguistica Elisabeth Rajter) e la Filarmonica di Berlino diretta da Claudio Abbado, uscita in disco nell’89 per la Deutsche Grammophon.

“Un toccco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-