Una forte connotazione politica caratterizza i 2 film, artisticamente rilevanti, dai quali le colonne sonore integrali oggetto delle trasmissioni di giovedì 3 e di giovedì 10 novembre, provengono. La prima di queste, ovvero le musiche per il film di denuncia sociale del 1935, “Redes” (“Reti”), è stata composta dal messicano Silvestre Revueltas (1899-1940), fra i più talentuosi compositori sudamericani del periodo, dalla vita breve e disordinata.

“Redes” è la prima e la più importante delle 11 incursioni di Revueltas (nomen omen) in campo cinematografico, una musica che colpì particolarmente Aaron Copland, il quale la definì “vibrante e colorita”. Questo film, prodotto e girato in Messico, che ha assurto immediatamente allo status di classico analogamente all’altro che tratterò più avanti, è incentrato, in uno stile a metà fra il documentaristico ed il narrativo, sulle vicissitudini d’un gruppo di pescatori e sulle loro tremende condizioni di lavoro, soggetti allo sfruttamento da parte delle compagnie che monopolizzano il mercato ittico. La tesi della pellicola è che soltanto una resistenza organizzata dei lavoratori, può fungere da strumento di riforma politica. Tutti gli attori, tranne uno, sono dei non professionisti.

La regia di questo film è affidata ad Emilio Gòmez Muriel ed a Fred Zinnemann, la fotografia è di Paul Strand. Le musiche, inizialmente affidate a Carlos Chavez, vennero passate successivamente, causa un cambio di governo, a Revueltas, il quale compose 9 brani musicali che supportano magistralmente le immagini, soprattutto nelle non poche scene prive assolutamente di dialogo e questo nonostante la registrazione sonicamente mediocre, anche considerando l’epoca.

Senz’altro assai meglio andarono le cose, sotto questo profilo, ad Aaron Copland quando si dovette occupare delle musiche del documentario d’una quarantina di minuti del 1939, “The City”, realizzato in occasione dell’Esposizione Universale di New York, con la fotografia di Ralph Steiner e Willard Van Dyke e la sceneggiatura dell’urbanista Lewis Mumford.

La tesi sostenuta da questo documentario di propaganda politica, attraverso una voce narrante fuoricampo, mostrando l’evoluzione nel tempo degli agglomerati urbani, è che per recuperare la perduta qualità della vita dovuta alle grandi metropoli della società industrializzata, occorra creare delle “nuove città” organizzate come comunità più a misura d’uomo e di modeste dimensioni, delle quali vengono mostrati, verso la fine del documentario, alcuni esempi.

Le musiche composte da Copland per questo titolo (11 brani) costituirono il suo biglietto d’ingresso per Hollywood, pur se un decennio dopo se ne allontanerà definitivamente, piuttosto amareggiato. Lo stile di questa colonna sonora capolavoro, anticipa di alcuni decenni il minimalismo d’un Philip Glass, contribuendo notevolmente all’elevato esito finale di “The City”.

Le musiche di questi 2 film verranno proposte nell’unica registrazione esistente effettuata dal Post Classical Ensemble diretto da Angel Gil-Ordònez, alla Dekelboum Concert Hall del Clarice Smith Performing Arts Center al College Park di Maryland, negli Stati Uniti, l’11 maggio del 2014 (Revueltas) ed il 15 ottobre del 2007 (Copland), uscita in disco nel 2022 per la Naxos Records.

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-