Un compositore che avrebbe voluto inizialmente far l’attore, come testimoniato da alcune fotografie, ha poi siglato i commenti sonori per una trentina di film ed alcuni documentari, fra gli anni ’30 e ’50, lavorando prevalentemente con registi francesi, ma non solo.

Jacques Ibert (1890-1962), fra i più rinomati compositori francesi del periodo, ha collaborato con diversi registi importanti come Maurice Tourneur, Raymond Bernard, Jacques de Baroncelli, Marcel L’Herbier, Pierre Chénal ed Orson Welles. Nel ’35 compose le musiche per il film “Golgotha” di Julien Duvivier (per il quale compose sia la sua prima che la sua ultima partitura per il cinema, rispettivamente nel ’31 e nel ’54, non contando il suo breve contributo per il film muto del ’27 di René Clair, “Un chapeau de paille d’Italie”), con Robert Le Vigan nel ruolo di Cristo ed altri attori importanti come Harry Baur, Jean Gabin, Edvige Feuillère e Juliette Verneuil. La colonna sonora venne incisa dall’Orchestre Walther Straram, diretta da Maurice Jaubert, altro importante collega compositore (da me già trattato in precedenza). Da queste musiche ne ascolteremo la relativa suite da concerto, caratterizzata da uno stile nettamente diverso dalle ridondanti produzioni hollywoodiane d’argomento biblico, ma certamente d’efficacia drammatica affatto inferiore.

Altra produzione importante alla quale Ibert dette il suo apporto, il “Don Quichotte” di Georg Michael Pabst del ’33, col celeberrimo basso russo Fiodor Chaliapin come protagonista (già creatore del ruolo nell’omonima opera di Jules Massenet del ’10), film divenuto rapidamente un grande classico del cinema, in virtù dell’impostazione notevolmente originale e poetica datagli dal regista. Dopo aver preso in considerazione compositori come Manuel De Falla, Darius Milhaud e Marcel Delannoy, l’incarico di realizzare la colonna sonora, venne inizialmente affidato a Maurice Ravel, il quale però non riuscì a tener fede all’impegno, per cui la cosa venne affidata ad Ibert, che incise le musiche in veste di direttore d’orchestra, naturalmente con Chaliapin, pubblicate in seguito su 78 giri. Ascolteremo una breve selezione di queste musiche, arrangiata dall’ineffabile signor Adriano di Zurigo, dopo la pubblicità, a conclusione della puntata in oggetto.

Postludio: “Anche in questo caso, ringraziamo per queste riesumazioni di musiche ingiustamente poco note ed eseguite, il “solito” Adriano e tutti quelli come lui che, con passione e dedizione, si impegnano nel far conoscere codesto repertorio a rischio d’oblio.


Gabriele Evangelista