Le vicissitudini di una coppia di naturalisti britannici che vivono in Kenya e della leonessa Elsa, costituiscono la trama del film drammatico “Born free” (“Nata libera” – 1966) di James Hill, con la coppia (anche nella vita) Bill Travers e Virginia MacKenna ad impersonare i veri protagonisti di questo romanzo di formazione, ovvero i coniugi Adamson, George e Joy, il cui libro, dal titolo omonimo, scritto da Joy, è servito come base per il film.

Al grande successo di questo titolo, contribuirono senz’altro le musiche di John Barry, il quale, discutendone con il regista, si rese conto che costui aveva un’opinione estremamente enorme del suo film e quindi avrebbe voluto delle musiche molto grandiose che non erano nelle intenzioni del compositore. La sua opinione riguardo alla trama, era che possedesse un che di infantile ed innocente. Il tono giocoso che percepiva, andava ben al di fuori del dramma a forti tinte e più nella linea degli esempi disneyani. Il produttore Carl Foreman vide la chiave giusta in tale approccio e diede disposizioni a Barry di procedere in tale direzione. Hill non presenziò alle sedute di registrazione, perdendo l’occasione di assistere alla creazione della partitura che fruttò al musicista il suo primo Oscar, oltre al Golden Globe ed all’Ivor Novello.

Incredibilmente, l’onore di essere il primo inglese a ricevere un Oscar per una colonna sonora, non evitò a Barry il disappunto del produttore riguardo la canzone omonima, “Born free” (su testo di Don Black), cantata da Matt Munro, la cui parte venne rimossa e successivamente reintegrata, poiché Foreman la riteneva carente di versi inneggianti ai leoni, ma una cover del tema musicale di Roger Williams che sfondò le classifiche statunitensi, gli fece rapidamente cambiare idea.

Anche per Don Black arrivò l’Oscar, oltre ad avere l’onore, poche settimane dopo, di vedere questa canzone oggetto di più di 600 cover da parte di artisti in tutto il mondo. Inoltre il brano venne adottato come inno nazionale da uno stato africano. Queste musiche, oggetto della puntata in onda giovedì 14 settembre, sono presentate in un’incisione che, pur omettendo la canzone omonima, comprende non solo i brani non inclusi nel disco originario delle musiche del film (che peraltro Barry volle reincidere appositamente, poiché non completamente soddisfatto della resa delle medesime nella pellicola – il disco conta un totale di 12 brani), ma anche le parti inutilizzate nella lavorazione (per un totale di 17 brani).

La registrazione, effettuata dalla Royal Scottish National Orchestra diretta da Frederic Talgorn, dell’intera partitura orchestrale, il cui organico comprende pure piccoli campanacci intonati, autentiche percussioni africane, oltre ad un gruppo di 8 flauti per creare atmosfere particolarmente delicate, ha avuto luogo il 15 e 16 settembre 1999, alla City Hall di Glasgow ed è stata edita in cd nel 2000 dalla Varèse Sarabande.

“Un tocco di classico” va in onda su Radio Città Fujiko, ogni giovedì alle ore 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-