Film incentrato su un futuro distopico, “Metropolis”, del 1926, con la regia ed il montaggio di Fritz Lang ed il soggetto e la sceneggiatura della moglie Thea von Harbou (per quest’ultima vi è pure il contributo dello stesso Lang, non accreditato), stupisce ancora oggi per la sua preveggenza, anche se, personalmente, vista la notevole quantità di espressioni artistiche preveggenti avutesi nei vari ambiti nel corso dei secoli, stante la squallidissima realtà quotidiana nella quale inutilmente ci dibattiamo, ho il fortissimo sospetto che non di preveggenza in verità si tratti, ma di imbeccamento da parte dei veri poteri vigenti, affinché anche attraverso l’arte e lo spettacolo, si mandino messaggi subliminali alle masse, al fine di abituarle in anticipo all’idea, anestetizzandole.

Comunque, indipendentemente da ciò, il valore artistico oggettivo di questo film, rimane senza dubbio elevato, così come lo è quello della partitura musicale che lo accompagna, il cui autore, Gottfried Huppertz (1887-1937), aveva già collaborato con Lang per “I Nibelunghi”. Anche per questo titolo produce, fra il ’25 ed il ’26, una partitura sontuosa, dall’orchestrazione sfavillante, nel più puro tardoromanticismo venato d’espressionismo, con una tonalità spinta all’estremo pur senza varcare le soglie dell’atonalità, influenzato da Liszt, Wagner, Scriabin, Richard Strauss, ma anche con dissonanze e motorismi ritmici derivati da Prokofiev, ritmi jazzistici sconfinanti nel fox-trot e nel charleston, della musica da cabaret, con citazioni, nella seconda e terza parte, del tema anonimo duecentesco del “Dies Irae” e della Marsigliese (un altro tema sembra riecheggiare persino la “Sheherazade” di Rimski-Korsakov). Di questa partitura ne esistono difatti 2 versioni, quella per grande orchestra e quella per orchestra da ballo (salonorchester), con organico più ridotto. Sia il film che la musica, organizzati in 3 parti (“Auftakt” ossia “Preludio”, “Zwischenspiel” ossia “Intermezzo”, “Furioso”, quest’ultimo in italiano), risentono inoltre dell’influsso del contemporaneo movimento futurista.

Il recupero pressoché integrale della musica originale si ebbe col contemporaneo recupero quasi integrale della relativa pellicola, nel 2010 (dico quasi, poiché dei 4189 – rispetto ai 6200 girati in totale – metri di pellicola presenti nell’edizione originale e corrispondenti ad un minutaggio di 2h33’06”, ne sono stati recuperati in totale 3945,5, per un minutaggio effettivo di 2h24’12”, sicché anche la partitura musicale ha dovuto subire un lavoro supplementare di riadattamento per sincronizzarsi perfettamente al flusso delle immagini; peraltro la Cineteca di Bologna indicava all’epoca, per questo nuovo restauro, 4070 metri, corrispondenti a 2h28′, per completezza dell’informazione).

Per la ricostruzione musicale, ad opera di Frank Strobel, la situazione di partenza era questa: 1) partitura manoscritta della musica originale per grande orchestra, dalla pag. 62 alla pag. 701 (le prime 61 pagine non essendo presenti nell’Archivio della Deutsche Kinemathek di Monaco di Baviera / Belleville); 2) partitura manoscritta della musica originale in una versione per piccola orchestra, di 659 pagg. totali; 3) particella manoscritta di 175 pagg.; 4) riduzione per pianoforte edita dalla Universum Film A.G. di Berlino, nel ’27; 5) sceneggiatura originale con annotazioni manoscritte dei punti cruciali, appartenuta al compositore; 6) manoscritto originale conservato al Film Museum di Berlino. La mole complessiva di tutto questo materiale è la riprova di quanto la musica per il cinema delle origini, fosse un elemento fondamentale della concezione complessiva d’un film, dall’inizio alla fine. Inoltre è servita per realizzare una nuova edizione critica della partitura.

La prima assoluta di “Metropolis”, con l’orchestra diretta dal compositore, si ebbe il 10 gennaio ’27, all’Ufa-Palast am Zoo di Berlino. La prima della nuova versione restaurata si è avuta nel febbraio 2010 alla Berlinale, con la musica eseguita dal vivo dalla Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta dallo stesso Strobel. Sempre Strobel dirigerà la prima italiana, in un cineconcerto, principiato alle ore 22 del 2 luglio dello stesso anno, nell’ambito della rassegna de “Il Cinema Ritrovato”, a Bologna, in Piazza Maggiore, con l’orchestra del Comunale. A questo proposito, un piccolo ricordo personale. Quel giorno mi recai in loco fin dal pomeriggio, per assistere alle ultime prove dell’orchestra, prima dello spettacolo serale. Appena l’orchestra attacca, il mio orecchio viene aggredito da quel che m’appare da subito come un’infernale cacofonia, con i musicisti che andavano ognuno per i cavolacci propri. Ed evidentemente il mio orecchio non si sbagliava affatto, poichè dopo pochi istanti il direttore fermò l’orchestra, facendogli una bella ramanzina, della quale purtroppo non capii alcunché trovandomi seduto troppo lontano dal podio, ma che evidentemente si sarà rivelata assai efficace, poichè quell’ammasso d’indisciplinati musicanti riparti’ correttamente (chissà in che lingua gliel’avrà detta, in inglese, tedesco od italiano? Non penso proprio in dialetto bolognese, socmèl!) e senza bisogno d’ulteriori richiami all’ordine, ad ennesima dimostrazione di quanto questo complesso abbia da sempre bisogno d’una guida dal polso veramente fermo, per marciare a dovere, sic!

Questa smagliante partitura, viene trasmessa integralmente nella puntata in onda giovedì 23 novembre, in 2 parti separate da un breve intervallo, nell’esecuzione della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobel, registrata l’11-12, 14-15, 28 giugno e 21 settembre 2010, alla Haus des Rundfunks, Saal 1, a Berlino, uscita in doppio cd per la Pan Classics / Note 1 Music GmbH di Heidelberg, nel 2018 (una precedente, ampia selezione della medesima incisione, uscì in cd singolo per la Capriccio, nel 2011).

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-