Composta nel 1976 ed eseguita per la prima volta il 4 aprile ’77 alla cattedrale di Rouen in Francia, dal soprano Stefania Woytowicz e dalla Sud-West-Rundfunk Sinfonieorchester di Baden-Baden (che aveva commissionato il lavoro) diretta da Ernest Bour, nell’ambito d’un festival dedicato alla musica contemporanea, la sinfonia n.3 op.36, “Sinfonia di canti dolorosi” per soprano ed orchestra, del compositore polacco Henryk Mikolaj Gòrecki  (1933-2010), ottenne scarso successo in quell’occasione.

A parte le recensioni severe dei critici musicali occidentali, pare che in quel concerto, fra il pubblico, fosse presente un “certo” Pierre Boulez, il quale, al termine dell’esecuzione, novello emulo di un “certo” Cambronne, avrebbe sonoramente esclamato… (beep!)

All’autore della composizione, inizialmente fra gli esponenti dell’avanguardia, venne sostanzialmente rimproverata l’adozione d’un linguaggio assai più semplice ed immediato, peccato mortale per gli oltranzisti del rinnovamento!

Comunque sia, gli interpreti della prima, la incisero quello stesso anno ed il disco uscì nel ’78 per la Philips Classics. La soprano, anzi, prenderà parte successivamente pure ad un altro paio di registrazioni discografiche, anche se, Polonia a parte, questa sinfonia non godeva di buona reputazione nel resto del mondo.

Nel frattempo, questa composizione attirava l’attenzione di alcuni cineasti (io stesso ricordo d’averla sentita per la prima volta durante i titoli di coda d’un film del quale non rammento il titolo, visto all’epoca trasmesso a tarda ora dalla tv), cominciando a riscuotere un certo consenso, sia pure limitatamente nell’ambito delle colonne sonore. Inoltre, viene trasmesso da alcune emittenti radiofoniche inglesi ed americane.

Ma il vero punto di svolta avvenne nel ’92, quando uscì un’incisione effettuata l’anno prima, per la Elektra/Nonesuch, col soprano Dawn Upshaw e la London Sinfonietta diretta da David Zinman! Con grande sorpresa dello stesso compositore, questa sinfonia letteralmente esplose! Il disco finì al primo posto delle classifiche statunitensi della musica classica per 38 settimane, mantenendo un buon piazzamento per 138 e finendo ai primi posti nella classifica generale! Nel Regno Unito arrivò al sesto posto nella classifica generale! In totale, nel mondo, questo disco vendette più d’un milione di copie! La BBC realizzerà anche un video di questa composizione, corredandolo di immagini da Auschwitz!

Tra parentesi, in quel periodo, abitando a Cesena e frequentando un negozio di dischi del centro, il titolare un giorno mi disse che quel disco  particolare aveva venduto come il pane! Mah, per la verità, trattandosi in questo caso del “bel paese”, non so cosa intendesse dire esattamente! Si tenga conto che, all’epoca (adesso è molto peggio!), se un disco di classica vendeva un centinaio di copie sull’intero territorio nazionale, veniva considerato un successo travolgente (la media era di poche decine di copie, sic!), quando anche i più schifosi titoli di leggera, vendevano almeno 10 volte tanto (unica parziale eccezione, i deleteri “concertoni” di Pavarotti & Friends), è ovvio che la situazione della “terra dei cachi” era, ahimè, lontanissima anni luce da quella del resto del mondo!

 Quando mai, da noi, un titolo del genere avrebbe anche solo fatto capolino, sia pure di sfuggita, in qualsivoglia classifica?

In seguito a questo successo planetario inaspettato, improvvisamente, non solo le altre case discografiche grandi e piccole si fiondano ad incidere il brano in questione (a quella del ’92, seguiranno una quindicina d’incisioni, l’ultima un triennio fa, mentre, in precedenza, ce n’erano state sì e no una manciatina), ma addirittura estendono il loro interesse anche al resto della produzione del compositore polacco, comprendendo anche le sue opere del periodo iniziale, quello più avanguardistico (e guardandosi bene dal mettere sull’avviso il pubblico meno smaliziato, naturalmente), per cui, improvvisamente, trovare dischi dei suoi lavori, era diventato abbastanza facile, persino nella nostrana italietta!

Attualmente, l’eco di tutto questo, è decisamente scemata, come spesso succede in questi casi, ed il nome del suo autore è di nuovo precipitato nell’oblio, o quasi. Eppure questa sinfonia, nella sua disadorna semplicità ed immediatezza, strutturata in 3 movimenti lenti, con echi del minimalismo e tratti che sembrerebbero rimandare al compositore inglese Ralph Vaughan-Williams, è un capolavoro assoluto di toccante, commovente espressività. I testi cantati dalla soprano, in polacco, sono costituiti da un paio di preghiere (la seconda vergata da una giovane prigioniera polacca, sul muro d’una cella d’un palazzo della Gestapo) e da un canto popolare di una madre alla ricerca del figlio perduto e probabilmente assassinato.

La terza sinfonia di Gorecki, in onda nella puntata di giovedì 27 gennaio a mezzanotte, viene proposta nell’incisione effettuata il 10 giugno 2008, alla Symphony Hall del Woodruff Arts Center ad Atlanta, in Georgia, colla soprano Christine Brewer e l’orchestra sinfonica cittadina diretta da Donald Runnicles, uscita in disco per la Telarc (casa discografica purtroppo scomparsa dalla circolazione), nel 2009.

“Un tocco di classico” va in onda tutti i giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-