Eroe medievale popolare, in bilico fra leggenda e realtà, Ilya Muromets, originario di Kievan Rus, oltre ad essergli intitolati una serie di aerei quadrimotori ad uso sia civile che militare, costruiti a partire dal 1913 dalla Sikorski, ha pure ispirato quella che è senz’altro la più ambiziosa, anche se non la più celebre, composizione di Reinhold Moritzevich Glière (1875-1956), ucraino d’origini belghe, nativo di Kiev.

La sinfonia n.3 in si min. op.42 “Ilya Muromets”, è un ampio lavoro a programma, composto fra il 1908 ed il 1911, che suddivide la storia delle vicissitudini del mitico eroe nei canonici 4 movimenti (“Pellegrini erranti: Ilya Murometz e Svyatogor”, Andante sostenuto – Allegro risoluto / “Ilya Muromets ed il brigante Solovei”, Andante / “Alla corte di Vladimiro il Grande, Sole Possente”, Scherzo: Allegro / “Le imprese eroiche e la pietrificazione di Ilya Muromets”, Allegro furioso – Tranquillo – Maestoso solenne – Andante sostenuto), è dedicata al suo illustre collega Alexander Glazunov e l’autore stesso ha aggiunto alla partitura un ampio canovaccio bilingue, in russo ed in francese, che descrive le avventure del protagonista, movimento per movimento.

Compositore tradizionalista, epigono tardoromantico, Glière, come altri suoi colleghi del periodo, per questo motivo viene spesso marginalizzato dalla musicologia, eppure l’ascolto d’un lavoro di questo spessore, dovrebbe indurre ad una più seria riconsiderazione del suo operato. Magistrale a dir poco il dominio della forma in un’architettura di così ampie proporzioni e splendidamente orchestrata, musica evocativamente cinematica influenzata parecchio dallo Scriabin del periodo di mezzo (quello a sua volta influenzato da Liszt, Wagner e Ciaikovski) con qualche sentore impressionista e che nel terzo movimento, il più idiomatico, riecheggia Borodin e Rimski-Korsakov. La prima assoluta, diretta da Emil Cooper, s’ebbe a Mosca, il 23 marzo 1912.

Non meraviglia affatto che una partitura così rutilante ed atmosferica, dall’ampio organico (ottavino, 3 flauti, 3 oboi, corno inglese, 3 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti, controfagotto, 8 corni, 4 trombe, 4 tromboni, tuba, timpani, triangolo, campanelli, tamburo rullante, grancassa, gong, piatti, celesta, 2 arpe ed archi), abbia attirato l’attenzione d’illustri direttori occidentali, tra i quali il tedesco Hermann Scherchen, ed in America, l’ungherese Eugene Ormandy ed il polacco Leopold Stokovski che la incise 3 volte, anche se in una versione pesantemente amputata, però.

Nella puntata in onda giovedì 8 luglio, verrà trasmessa nella versione originale ed integrale, eseguita dall’Orchestra Sinfonica di Londra diretta dallo statunitense Leon Botstein, registrata nel gennaio 2002 alla Watford Town Hall di Watford, per la Telarc.

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-