Film che riprende il tema dell’arca di Noè trasportandolo ai tempi moderni in chiave comico-demenziale, “Evan Almighty” (“Un’impresa da dio” – 2007) di Tom Shadyac, con Steve Carell e Morgan Freeman, fu un fiasco al botteghino, non riuscendo nemmeno a rientrare dei costi enormi sostenuti per la sua realizzazione, ottenendo perlopiù recensioni negative dalla stragrande maggioranza della critica specializzata.
Ma, come a volte succede, l’unico elemento che si salva in un titolo fallimentare, è costituito proprio dalla sua colonna sonora, riferendomi non tanto ai brani pop e rock inseriti nel corso della storia (ed anche in quel caso di scarso successo), quanto alle musiche originali composte dal californiano John Debney (1956), oggetto della puntata in onda alla mezzanotte di giovedì 8 aprile.
Compositore di musica per la televisione (dall’82), per il cinema (dall’87) e per i videogiochi (dal 2007), con una prestigiosa carriera alle spalle, anche nel caso in esame, dà ampia prova d’una felicissima vena creativa, certamente d’una epicità non immemore delle grandi colonne sonore dei colossal biblici hollywoodiani dell’età dell’oro (anni ’50) tipo “Ben Hur”, “Quo Vadis” e “The King of Kings” per intenderci, pur non mancando toni scanzonati ed ironici, ma anche intimistici.
Probabilmente per l’esito complessivo si deve ringraziare pure la squadra degli orchestratori, ovvero Frank Bennet, Mike Watts, Andrew Kinney, Kevin Kaska e Don Nemitz, supervisionati da Brad Dechter. L’ampio organico impiegato comprende un paio di vocalisti (maschile e femminile), fiati etnici, un uso parco dell’elettronica, un coro misto a 56 voci ed un’orchestra che oltre agli archi (26 violini, 12 viole, 10 violoncelli, 8 contrabbassi) include 3 flauti, 3 clarinetti, 2 oboi, 2 fagotti, 6 corni, 3 trombe, 4 tromboni, 1 tuba, 1 chitarra, 6 percussionisti, 2 pianoforti e 2 arpe, per un totale di almeno 150 esecutori, incluso il direttore. Niente male per una produzione cinematografica, non meraviglia affatto che questa produzione sia costata un’enormità, nel suo insieme!
Curiosamente, riecheggia più volte in questa bellissima partitura, un brano classico del compositore newyorchese Aaron Copland (1900-1990), autore anch’egli di musica per il cinema e la televisione, precisamente un frammento del suo celeberrimo balletto “Appalachian Spring”, da intendersi come evidente omaggio sia a colui che era giustamente ritenuto il decano dei compositori statunitensi, sia alla grande tradizione sinfonica colta nordamericana (ma con radici anche europee).
La registrazione della colonna sonora (16 brani in totale, per poco meno d’una cinquantina di minuti di musica) di John Debney, avvenuta al Todd AO, Studio City, è stata realizzata dal coro misto Page LA Studio Voices e dall’orchestra The Hollywood Studio Symphony diretta dall’autore, con Chris Bleth ai fiati etnici e Dwight Tribble e Roxanne Morganstern come vocalisti (questi ultimi per il solo brano, il terzo, “God’s Theme”).
“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.
—- Gabriele Evangelista —-