Fra i capolavori assoluti della musica da camera del 20° secolo, il “Quatuor pour la fin du temps” del compositore ornitologo Olivier Messiaen, deve la sua formazione (violino, violoncello, clarinetto e pianoforte) e la sua struttura atipica in 8 movimenti, al fatto d’essere stato composto, fra il ’40 ed il ’41, ed eseguito in prima assoluta, in un campo di concentramento nazista.

La fortuna, se così si può dire, di Messiaen, precedentemente catturato e fatto prigioniero dai nazisti, fu quella che il comandante a capo del campo di concentramento al quale era stato assegnato, fosse un appassionato di musica, per cui, venuto a conoscenza delle doti musicali del compositore francese e di altri 3 prigionieri, musicisti dilettanti, si adoperò per agevolarli, concedendogli, tra le altre cose, matite e fogli per comporre, una baracca per le prove ed esentandoli dai lavori più pesanti.

Quindi, nonostante le condizioni ed i mezzi certamente non ottimali (un violoncello acquistato grazie ad una colletta fra i prigionieri ed un pianoforte disastrato), l’esecuzione avvenne in presenza d’un pubblico composto da ufficiali nazisti e prigionieri, in un edificio del campo adibito ad auditorium. Sarebbe la trama ideale per un film!

In quanto fervente cattolico, la prospettiva del tempo, in questo lavoro, viene vista da Messiaen sotto 3 aspetti: religioso, filosofico e musicale, con frequenti rimandi al mondo degli uccelli, visti come strumenti attraverso i quali si esprime la divinità. Potentemente espressiva, talvolta persino turbinosa e rabbiosa, con frequente uso delle pause come mezzo per creare determinate atmosfere, intimistica ed esuberante, questa musica straordinariamente emotiva, trasmessa nella puntata di giovedì 22 dicembre, non tardò ad affermarsi stabilmente nel resto del mondo, non solo come una delle pietre miliari del secolo scorso, ma come un’opera senza tempo, il cui messaggio al contempo di disperazione e di speranza, risuona più che mai in sintonia con i tempi atrocissimi che ci attanagliano, cosa che ne conferma il suo status di arte assoluta.

Questa composizione da camera viene proposta nella registrazione effettuata a Montevarchi (Arezzo), dal 28 al 30 aprile 2006, da Angelo Pepicelli al pianoforte, da Marco Rizzi al violino, da Alessandro Carbonare al clarinetto e da Francesco Pepicelli al violoncello, uscita in disco nel 2009 per la Paragon Srl.

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-