Fra i lavori teatrali meno conosciuti di Tennessee Williams, “Estate e fumo” (“Summer and Smoke”), iniziato a scrivere nel ’45 e rappresentato in prima assoluta a Broadway, al Music Box Theatre, nell’ottobre ’48 (con anteprima a Dallas), non ebbe inizialmente lo stesso successo di altri titoli più celebri, come “Zoo di vetro” ed “Un tram che si chiama desiderio”, contando solo 102 rappresentazioni prima della chiusura del botteghino.

Quattro anni dopo, al Circle in the Square Theatre, con Geraldine Page come protagonista femminile e la regia di José Ramon Quintero, lo stesso dramma ottenne un successo travolgente, che oltre a contribuire alla loro fama, riscattò pienamente il lavoro dal precedente insuccesso, considerato da allora fra i più coinvolgenti di Tennessee Williams.

Nel ’61, la Paramount Pictures annuncia l’intenzione di trarne un film, nuovamente con Geraldine Page nel ruolo principale. Interpreta Alma Winemilller, donna sola non più giovanissima, nubile, figlia d’un pastore religioso, che conduce un’esistenza piatta e noiosa, passando il tempo dando lezioni di dizione e dedicandosi agli studi biblici. La sua vita viene sconvolta dall’arrivo d’un bel medico, interpretato da Laurence Harvey, suo ex compagno di giochi in gioventù, ritornato da Glorious Hill nel Mississippi. L’ardente passione le scatena il risveglio dei suoi sopiti desideri sessuali, ma le cose, purtroppo per lei, andranno ben diversamente da quanto auspicato (tipico canovaccio alla Tennessee Williams).

Alla regia cinematografica troviamo Peter Glenville, con il resto del cast composto da Una Merkel, Rita Moreno, Pamela Tiffin, John McIntyre e Malcolm Atterbury. Anche stavolta il film diede ulteriore lustro al lavoro teatrale dal quale era tratto, ottenendo un grande successo e conseguendo una candidatura all’Oscar come migliore attrice protagonista per Geraldine Page ed un’altra per Una Merkel come migliore attrice non protagonista. Ma la candidatura che in questa sede più interessa fu per la colonna sonora composta da Elmer Bernstein, oggetto della puntata in onda giovedì 18 maggio, come migliore musica e migliore partitura per film drammatici o commedie. – // – Elmer Bernstein, un compositore dalla carriera rimarchevole, protrattasi dal ’51 al 2002, con più di 200 film all’attivo, 1 Oscar (oltre a 14 candidature), 1 Emmy Award, 2 Golden Globe Award, oltre a 3 candidature per il Tony Award e 5 per il Grammy Award.

La presente partitura, stranamente fra le meno conosciute del compositore statunitense (analogamente al lavoro teatrale di Tennessee Williams), ha però tutte le caratteristiche necessarie ad una bella colonna sonora di successo, ovvero un efficace tratteggio dei personaggi della vicenda e dei loro caratteri. Fin dall’inizio si crea la giusta atmosfera, con un tema principale ricorrente che dà la giusta sensazione di continuità. Nel brano “Glorious Hill” lo stile adottato è quello della musica per banda, mentre in altri brani emerge la chitarra solista, al fine di creare climi i più differenziati. Meno jazzistica delle colonne sonore composte in precedenza, è più propensa all’efficace creazione d’atmosfere d’epoca consone al dipanarsi della vicenda. In seguito risultò che l’attore Laurence Harvey, con i suoi suggerimenti, contribuì fattivamente al risultato complessivo di questa notevole e misconosciuta colonna sonora. Le orchestrazioni sono ad opera di Leo Shuken e Jack Hayes. La registrazione dei 12 brani complessivi, venne pubblicata originariamente in disco nel ’62 per la RCA, con la Paramount Studio Orchestra diretta dall’autore che chiosò il tutto con queste parole: “Udiamo la musica della solitudine, i suoni dei nostri pensieri segreti, il soffio dei nostri desideri nascosti e delle speranze inespresse, in una mistica musicale che rimanda a tratti, alla precarietà ed all’eternità.”

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-