Al ricovero Beltrame di Bologna per dormire si dovrà pagare un euro, ma chi non lo ha potrà svolgere alcune attività in grado di riattivare se stessi in base ai propri interessi. “Non ci interessa il lato economico, quel che vogliamo è far uscire i senza fissa dimora da una vita passiva a cui rischiano di andare incontro” spiega Luca Decembrotto di Piazza Grande
Nel ricovero più grande di Bologna, il Beltrame, si dà il via ad un esperimento già rodato nel centro di via Del Gomito. Per dormire al suo interno bisognerà versare un euro, oppure in assenza di denaro, si potrà ripagare il posto letto con dei piccoli lavoretti all’interno della struttura, o svolgendo qualche mansione per alcune associazioni locali.
“Ad ognuno saranno dunque dati, oltre che ad un posto letto, anche varie possibilità di riattivarsi in percorsi in primis utili per se stessi, e poi per la pubblica utilità” spiega Luca Decembrotto che coordina l’Help Center in stazione.
Si tratta di un esempio di mutuo soccorso che se da una parte potrebbe aiutare i senzatetto ad evitare la vita passiva a cui rischiano di andare incontro, dall’altra mira a ridare al singolo nuovi stimoli da cui ripartire, utilizzando le risorse messe a disposizione da loro stessi. “Per ogni caso, visto che sappiamo che dietro un senza fissa dimora si nascondono varie tipologie di persone, elaboreremo dei percorsi di crescita diversi. Dal corso di teatro alle attività all’interno dell’Help Center. Certo si richiederanno anche alcuni piccoli lavoretti, come la cura delle stanze, ma l’obiettivo di questo progetto è un altro: riattivare le persone” continua Decembrotto.
Un’idea dunque per andare incontro a tutte le persone, senza limitarsi ad offrirli solamente un posto letto. C’è chi però ha sottolineato come quest’iniziativa, oltre al fatto che non sia chiara dal punto di vista fiscale, possa favorire l’accattonaggio per guadagnare l’euro per dormire. “Assolutamente no, questi rischi non ci sono. Ad ognuno daremo l’attenzione che merita, e se non ne ha le capacità, lo inseriremo in altri percorsi. Mentre per quanto riguardo il lato fiscale, non c’è nessun pericolo: tutto è gestito in mondo trasparente dall’Asp (Azienda pubblica dei servizi alla persona)” conclude Decembrotto