Si tiene dal 9 al 22 settembre a Bologna la 20° edizione Gender Bender, il festival internazionale che porta al pubblico le evoluzioni con cui mutano gli immaginari legati al genere nelle arti contemporanee. Creato e diretto da Daniele Del Pozzo, in co-direzione con Mauro Meneghelli, Gender Bender è prodotto da Il Cassero LGBTI+ Center di Bologna, con il sostegno del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, del Ministero della Cultura e di sponsor privati. 14 giornate di programmazione per 60 appuntamenti, 9 prime nazionali, 20 spettacoli di danza, 18 titoli cinematografici, 5 party, 4 progetti in rete e molto altro ancora.

Il programma del Festival Gender Bender 2022

«Parola d’ordine del festival è “un passo indietro”, abbiamo infatti deciso di fare carta bianca: la copertina non ha né titolo né immagine, abbiamo fatto un passo indietro rispetto a dare noi una lettura di quello che è Gender Bender oggi, per far fare un bilancio agli altri, dopo vent’anni è giunto il tempo di lasciare che sia il mondo intorno a noi a dare la propria versione di Gender Bender» racconta Daniele Del Pozzo.

Proprio per questo saranno uniche e variegate le tematiche che affronterà la ventesima edizione del Festival, per un programma ricco di proposte tra danza, cinema e incontri.
Si inizia con il ricordo delle grandi donne del passato grazie alla regista Lisa Rovner che porta il suo film Sisters with transistors, un documentario che esplora il ruolo cruciale, quanto sottaciuto, delle donne nella nascita e nello sviluppo della musica elettronica (martedì 20 ore 21, Giardino del Cavaticcio).
Altro tema ricorrente in tutto il Festival è il dialogo Inter-generazionale, come nell’opera O samba do crioulo doido, spettacolo creato dal coreografo brasiliano Luiz de Abreu, che ha trasmesso la coreografia al giovane danzatore Calixto Neto, protagonista di questo nuovo allestimento. (venerdì 16 ore 18 e ore 21,30, Ateliersi). Stesso tema affrontato in Overtour, il documentario di Andrea Zanoli che racconta il percorso di ricerca artistica decennale della coreografa Silvia Gribaudi, presente in sala, con le donne over 60, in tutta Italia (lunedì 12 ore 21, Giardino del Cavaticcio); e per Jump! il lavoro di Opera Bianco, che mette in scena quattro performer di diverse età e differenti fisicità (domenica 18 ore 18 e in replica lunedì 19 ore 21, DAMSLab).

Corpi non conformi, molteplicità di identità resi visibili in scena sono da sempre argomenti cari a Gender Bender. Quest’anno verranno affrontati dalla coreografa francese di origini malgasce Soa Ratsifandrihana con il suo G r oo v e, spettacolo in cui la sequenza ritmica in crescita fa pulsare la musica e il corpo dell’interprete come un cuore (venerdì 16 ore 20 e in replica sabato 17 ore 21,30, Mercato Sonato); e nella conversazione con Maria Nadotti, curatrice della raccolta antologica su bell hooks, la Volontà di cambiare (sabato 10 ore 19 al Cassero LGBTI+ center).

Si continua con il tema della disabilità, in scena con la studiosa Flavia Dalila D’Amico e il coreografo Aristide Rontini, membri di Al.Di.Qua Artist, la prima associazione italiana di e per persone con disabilità che lavorano nel campo artistico (mercoledì 14 ore 18 e giovedì 15 ore 19, Biblioteca Renzo Renzi).
Non poteva mancare anche un approfondimento sui conflitti armati, tema approfondito tramite l’incontro con Lejla Kalamujić, scrittrice queer, voce emergente della letteratura balcanica, che nel suo libro Chiamatemi Esteban ripercorrere la dissoluzione di una famiglia e del suo Paese, l’ex-Jugoslavia (lunedì 12 ore 19 alla Biblioteca Renzo Renzi); e con Stop Zemlia, opera prima della regista ucraina Kateryna Gornostai, insignita dell’Orso di Cristallo alla Berlinale. Stop Zemilia è stato l’ultimo film proiettato nelle sale di Kiev prima dei bombardamenti(domenica 18 ore 21, Giardino del Cavaticcio).

Clicca qui per consultare il programma completo.

Rachele Copparoni

ASCOLTA L’INTERVISTA AGLI ORGANIZZATORI DI GENDER BENDER: