Passaparola aveva sede in una palazzina di Viale Regina Margherita a Reggio, di proprietà della Parrocchia. In seguito allo sfratto sta cercando da mesi una sede alternativa, che non ha ancora trovato, perchè è saltato l’impegno che il Comune aveva preso con la scuola.
Passaparola è un’Associazione di Promozione Sociale di Reggio Emilia che risponde ai bisogni di formazione ad ampio raggio, che in Emilia Romagna sono di primaria importanza. La scuola lavora soprattutto con gli stranieri. Sono 8 anni che si occupa di insegnare italiano ai migranti, ma non solo: organizza anche una serie di corsi di inglese, informatica, cucito, arabo, russo, educazione sanitaria, conoscenza del territorio, dei servizi socio-sanitari e del patrimonio artistico-culturale, di storia, di economia sostenibile, di riciclo dei rifiuti e di ambiente, della Costituzione italiana, di legislazione sul lavoro, sostegno e supporto alle problematiche burocratiche, di teatro, sostegno ai diritti e doveri di partecipazione e di cittadinanza attiva. I corsi sono tenuti da volontari-soci, di lingua e cultura italiana.
Passaparola aveva sede a Reggio Emilia in una palazzina di Viale Regina Margherita, dietro alla Chiesa di San Paolo, di proprietà della Parrocchia. Paola Mistrali, presidentessa della scuola, ci spiega che, in seguito allo sfratto, Passaparola oggi non ha più una sede. E’ stata organizzata, nella giornata di ieri 6 novembre, una manifastazione per sensibilizzare le istituzioni di Reggio Emilia su questo problema. L’intento è quello di lanciare un appello rivolto a tutte le forze politiche ed economiche, pubbliche e private, per chiedere loro di prendere in esame questo problema. Questioni quali istruzione, inserimento e integrazione sono, infatti, di primaria importanza nella nostra regione e in tutta Italia. “E’ assurdo – afferma Paola – chiudere un’esperienza che, arrotondando per difetto, ha formato almeno 4000 stranieri tra Reggio e provincia”.
L’associazione, per poter continuare il suo lavoro, avrebbe bisogno di 5 stanze. Ultimamente, infatti, la scuola ha dovuto intensificare l’offerta. Segno evidente, questo, che il suo progetto funziona, andando incontro alle esigenze di fondo della popolazione straniera, che trova risposte e ha fiducia in questo tipo di proposta.
Lucia Visani