E così, a 92 anni, ci ha lasciato anche Franco Migliacci. Chi era Franco Migliacci? Prima di tutto era un intellettuale, prestato alla musica, poi un paroliere ed un produttore discografico, un autore e talent scout. 

Dopo aver lavorato come illustratore al Pioniere, a fianco di Gianni Rodari, per Migliacci arriva l’incontro fortuito con Modugno e il conseguente contratto con la RCA. Fu così che Franco Migliacci da qui in poi ha potuto partire raccontando in musica il mondo dell’Italia “post seconda guerra mondiale”. Da Volare (nel blu dipinto di blu) in poi, fino a Rock ‘n’ rolling  di Scialpi, dove raccontava di un futuro distopico, di una società senza musica, dove i ragazzi erano rinchiusi non in casa, ma “in un metrò che non parte mai”. 

Di Franco Migliacci si possono annoverare davvero tante canzoni, che sono il nostro patrimonio musicale, da volare (nel blu dipinto di blu) e farebbe seguito un lungo elenco di canzoni popolari che cantiamo ancora oggi, senza dimenticare le numerose sigle di cartoni animati, come Heidi, Lupin III, Mazinga, e tra l’altro, alcuni testi per lo Zecchino D’oro. 

Migliacci, come Mogol e Alberto Salerno, sono stati tra gli autori più prolifici e importanti del nostro panorama musicale, ed hanno raccontato i mutamenti della nostra società, attraverso la musica, con i loro testi.  

Franco Migliacci vinse, come autore, tre edizioni del Festival di Sanremo, rispettivamente nel  1958 1962 1971. Gianni Morandi è stato il suo capolavoro, ma ricordiamo anche Scialpi, Nada, Ambra, e tanti altri. Ha collaborato, fra i tanti, con Renato Zero, i fratelli Mango, i Ricchi e Poveri, Edoardo De Crescenzo, Rita Pavone, Mina, Mia Martini, Patty Pravo, ecc. Ecc. 

Ha tradotto tradotto e riadattato in italiano Paul Anka  e Barbra Streisand.

Articolo a cura di Franco Paoletti