Era l’1 gennaio 1994 quando, in concomitanza con l’entrata in vigore del North American Free Trade, un accordo tra Messico, Usa e Canada per l’agevolazione delle attività commerciali tra questi paesi, fece irruzione nel panorama messicano e internazionale l’Ezln.
In realtà il percorso zapatista era cominciato una decina di anni prima, nel 1983, ma il clamore degli eventi del gennaio 1994, con la presa di sette comuni del Chiapas e la prima lettura a San Cristóbal da parte del subcomandante Marcos della dichiarazione con cui si dichiarava guerra al governo del Messico e annunciava libertà, giustizia e democrazia per tutti i messicani che ne avessero bisogno, accese inesorabilmente su quella che venne considerata la rivoluzione zapatista.
30 anni di rivoluzione zapatista nel documentario di Andrea Cegna
A trent’anni da quei momenti, il documentario di Andrea Cegna, intitolato “La Grieta”, fa il punto politico sulla rivoluzione zapatista. «Non è un documentario storico», sottolinea ai nostri microfoni l’autore, che è stato in Chiapas proprio per realizzare l’opera.
Il documentario verrà proiettato alle 18.30 di questo pomeriggio a Làbas, in vicolo Bolognetti 2, all’interno di un’iniziativa intitolata “Mexico insurgente”. Nella stessa occasione l’autore si confronterà anche con attiviste e attivisti di Ya Basta Edi Bese che negli ultimi 2 anni hanno partecipato a diverse carovane in Chiapas.
Trascorsi tre decenni, la rivoluzione zapatista ha saputo resistere all’erosione del tempo? «Sì – risponde Cegna – Come tutto, il tempo ti cambia, ti trasforma e ti obbliga a sfide diverse. Quindi lo zapatismo si sta interrogando su come interfacciarsi con le nuove generazioni, su come resistere alle diverse forme di oppressione che ha seguito. Il tempo ha fatto sì che l’Ezln uscisse dall’area di interesse massivo, che ha avuto il culmine con il movimento contro la globalizzazione. Però l’Ezln esiste e resiste».
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA CEGNA: