«Il rinnovo del contratto collettivo è un tema da affrontare assieme ai lavoratori, alle lavoratrici e ai sindacati di base. Non è possibile che in un paese come l’Italia ci sia una democrazia sindacale non rispettata». Ad affermarlo è Laura Castellani, attivista di Adl Cobas Rimini.
I lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali si sono riuniti stamattina in via Aldo Moro 16, Bologna, sotto la sede emiliana di Legacoop, che proprio oggi a Roma si siederà ad un tavolo di trattativa assieme a Cgil, Cisl e Uil per discutere del rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Il contratto collettivo delle cooperative sociali e le rivendicazioni dei sindacati di base

«Quelli sono sindacati che non conoscono davvero i lavoratori che rappresentano, né le condizioni in cui versano – continua Castellani – e crediamo non siano neanche davvero interessati a rinnovare il contratto di categoria, che è scaduto dal 2019. Se la contrattazione si dovesse concludere, infatti, sarebbe impossibile non aumentare i salari, che sono da fame».
Adl Cobas e Sgb chiedono di entrare a far parte di questo dibattito. Un incontro è stato formalmente richiesto a Legacoop, che per ora ha però rifiutato, ventilando presupposti di scarsa apertura.

Le richieste fondamentali di sindacati di base sono essenzialmente quattro: che si aumentino i salari, per avere paghe e diritti uguali e coloro che lavorano nel pubblico con le stesse mansioni; che si riduca l’orario di lavoro, attualmente a 38 ore settimanali, in servizi lavorativi molto impegnativi; che si cancelli la banca ore all’interno del contratto collettivo nazionale, uno strumento che porta peggioramenti alle condizioni di lavoro, con una paga a prestazione de facto; la retribuzione al 100% della maternità, invece che l’80% attuale, cosa ancora più importante se si considera che in questo settore lavorano molte donne.

Proprio per ovviare alla mancanza di democrazia sindacale e per potere compattarsi attorno a queste rivendicazioni, Adl Cobas ed Sgb hanno lanciato la piattaforma “Un altro contratto è possibile”.
«La piattaforma parte proprio dalle condizioni dei lavoratori, perché è stata scritta da loro e con loro – chiosa Rosella Chirizzi, sindacalista Sgb E verrà diffusa tramite una raccolta firme che ha già raggiunto 2500 persone. Nel prossimo futuro spingeremo la mobilitazione verso altre tappe e un grande sciopero di categoria».

ASCOLTA L’INTERVISTA A LAURA CASTELLANI E ROSELLA CHIRIZZI:

Andrea Mancuso