Da qualche mese sono partiti i tavoli di confronto per il rinnovo del contratto dei lavoratori delle cooperative sociali. Al momento siamo ancora alle schermaglie iniziali: le centrali cooperative hanno presentato una proposta di definizione dei perimetri del campo di applicazione, le organizzazioni sindacali hanno espresso la loro contrarietà su diverse parti della proposta di parte datoriale. Le stesse hanno inoltre ribadito “l’impostazione di fondo di questo percorso che dovrà avere come obiettivo quello di garantire gli stessi diritti per chi lavora con questo contratto nei servizi pubblici in regime di appalto, accreditamento o convenzione…”

Intanto, fuori e intorno a quei tavoli si stanno mobilitando i lavoratori. La nostra trasmissione ha già presentato la piattaforma di proposte che alcune sigle del sindacalismo di base hanno prodotto e un po’ ovunque stanno nascendo collettivi o comitati di educatori, tutti con lo stesso obiettivo di premere sulle parti trattanti affinché non esca il solito contrattino.  La storia del nostro lavoro è piena di montagne che partoriscono topolini. Siamo stufi.

Il momento storico è particolarmente delicato, mai come oggi in gioco c’è lo stesso futuro delle professioni di cura: se da questi tavoli non uscirà una figura professionale con la dignità contrattuale che merita, la fuga dei lavoratori verso altri mestieri proseguirà inarrestabile. Non si campa con aumenti di una manciata di spiccioli in tempi di inflazione a doppia cifra.

Di tutto questo e anche di altro, abbiamo parlato con Stefano Sabato, Responsabile Nazionale Fp Cgil del Socio Sanitario Assistenziale Educativo Privato, che a quei tavoli siede.

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