Sempre più tesa la situazione in Ucraina. Militari non identificati hanno occupato questa mattina due aeroporti in Crimea, e manterrebbero il controllo di quello di Simferopol. Kiev grida all’invasione russa. Nel frattempo il paese rischia il default finanziario.

L‘Ucraina è sull’orlo del baratro. Il paese è tutt’altro che pacificato e i fronti aperti, da quello finanziario a quello militare non lasciano sperare in una rapida pacificazione. La cacciata del presidente Janucovych, scomparso e poi ricomparso in Russia per rivendicare il proprio ruolo legittimo (difficilmente contestabile sul piano del diritto internazionale), sembra aver acuito i problemi dell’ex-paese sovietico.

Questa mattina le agenzie battevano la notizia dell’occupazione di due aeroporti da parte di soldati russi. In realtà al momento soltanto l’aeroporto di Simferopoli, in Crimea,  sarebbe bloccato da una cinquantina di uomini, dei quali è impossibile identificare l’esercito di provenienza non avendo segni di riconoscimento. Da Kiev si è gridato subito all’invasione russa, chiedendo con forza una protezione occidentale. Una seduta straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, potrebbe ragionevolmente tenersi nelle prossime ore.Sempre da Kiev è giunta la richiesta d’estradizione per l’ex-presidente, ma “dubito  che la Russia la conceda” ci dice Pietro Rizzi, dell’East Journal. Il timore, sempre più forte da parte del nuovo govenro ucraino, è che i russi appoggino la secessione della Crimea.

“Anche la Svizzera -continua Rizzi- ha chiesto l’estradizione di Janukovych e di suo figlio (l’accusa sarebbe riciclaggio, ndr) che detenevano tutti i soldi, ricavati in modo illegale dai conti dello Stato, in conti svizzeri e austriaci. Anche l’Austria ha bloccato i conti di 11 personaggi legati al governo. Di certo oggi Janucovych è una persona molto attaccabile”.

Intanto a Kiev la situazione è pesante. “Il primo problema del nuovo governo è l’economia, con i conti dello stato in rosso. Se non arrivano i soldi necessari, sarà difficile pagare stipendi e pensioni. Il Fondo Monetario Internazionale potrebbe concedere questo denaro, ma in cambio di riforme molto drastiche, come la limitazione dei sussidi o la riforma del sistema giudiziario”conclude Rizzi.

Le eventuali riforme, è evidente, dovrebbero fare i conti con quello che è il più importante e imprevedibile attore sulla scena politica ucraina: la piazza.