L’Officina Tsunami ha deciso di entrare in trattativa per rimanere nello spazio in Via Larga occupato da quasi un anno. La legittimazione per rimanere dipenderebbe dalla riqualifica che è stata fatti dai ragazzi dello spazio.

Lo sgombero dello Tsunami sembra sempre più vicino. Ma gli occupanti dello spazio non hanno intezione di demordere. Hanno deciso di continuare la resistenza pacifica e creativa all’interno dello stabile in Via Larga 35/2.

Nonostante il proprietario dello stabile abbia rivendicato la proprietà dello spazio, l’Officina Tsunami ci tiene a sottolienare il lavoro di riqualifica che è stato attuato dal collettivo. Oltre alla pulizia della struttura, lasciata per anni a se stessa, e al riciclaggio dei materiali ritrovati per creazioni artistiche e decorative, i ragazzi dello Tsunami ricordano come il loro insediamento abbia allontanato dalla zona gli spacciatori di eroina che utilizzavano la struttura come luogo di ritrovo e di smercio.

E’ lo stesso lavoro di riqualificazione attuato che legittima la presenza e la resistenza del collettivo, secondo gli occupanti. Per evitare lo sgombero inoltre i ragazzi tutti i giorni organizzano, negli orari in cui potrebbe attuarsi, una performance artistica. Dalla mattina presto anche altri gruppi che appoggiano la causa dello spazio si ritrovano fuori per poter mostrare il supporto e l’interesse che alcune realtà artistiche hanno nei confronti degli occupanti. Tra questi Funice Vulcaniche, parte del Circo Paniko e Urban_Reset.

“Riteniamo che lo sgombero oltre a cancellare un anno di duro lavoro e far ripiombare la zona nel degrado, svalorizzandola, andrà a discapito dell’intero quartiere e significherà “l’uccisione” di un polo di opportunità per l’intera città” così recita il comunicato diffuso dall’Officina per informare il quartiere e la città delle intenzioni degli occupanti.

Per questo il collettivo ha deciso, oltre a spiegare il senso del progetto, di replicare oggi alle accuse mosse da alcuni dei residenti nei giorni scorsi. “Non siamo forniti né di elettricità né di acqua e non abbiamo potuto replicare in diretta. Ma i fatti a cui faceva riferimento la residente riguardavano giugno. In quel periodo gli eventi erano stati organizzati per poter raccogliere fondi destinati alle zone terremotate. Dopo questi non abbiamo fatto nessun tipo di serata, nessuna musica dopo le undici di sera” ci spiega uno degli occupanti e continua “la raccolta fondi per i terremotati sta dando i propri frutti”.

Nonostante alcune lamentele dei residenti il collettivo ha voluto mostrare come l’impegno di tutti coloro interni al progetto Tsunami sia sempre volto verso il rispetto e l’integrazione nel quartiere.

Selene Cilluffo