Continua l’appuntamento settimanale con Musica Leggerissima, ogni giovedì alle 15 su Radio Città Fujiko, per parlare delle notizie più leggere del mondo della musica.

Musica Leggerissima: le notizie della settimana

Innanzitutto, una smentita: non è vero che Bruno Mars ha dei debiti nei confronti di un casinò di Las Vegas. Ad affermarlo è lo stesso casinò, che ha chiarito come la partnership con il cantante sia esclusivamente dovuta alla stima nei confronti del suo lavoro artistico e non appunto a debiti di gioco.

È iniziato il tour di Grignani, ma nessuna delle attrezzature funzionava. Il cantante ha cercato di buttarla sul ridere finché non si è stufato e non ha interrotto il concerto dopo un’ora e mezza, suscitando diversi articoli a riguardo.

Bill Ryder-Jones, musicista della band Coral, ha raccontato un episodio a cui ha assistito che vede come protagonista Noel Gallagher e una chitarra di Peter Green dei Fleetwood Mac. Questa è la traduzione del racconto che ne fa Rolling Stone: «Noel ha visto questa chitarra in mostra dietro il bancone di un negozio di strumenti musicali e così ha chiesto a una persona che lavorava lì: “Posso provare quella Les Paul?”. La persona dietro al bancone non sapeva chi fosse Noel, o gli Oasis, e così gli ha risposto con riluttanza: “Devi sapere che è stata di Peter Green e ha il suo autografo sopra”. Ma comunque gliel’ha passata. Noel si è così sputato sulla maglietta e l’ha iniziata a strofinare sulla chitarra per togliere l’autografo. E ha risposto al tipo: “Ok, va bene così, non importa adesso. Verrà via”. Capito? Ha cancellato appositamente la firma di Peter Green per infastidire quel tipo, per spiegargli che era stato antipatico».

Passando all’altro Gallagher, Liam, il cantante ha raccontato al The Sun che «è ora di rimettersi in salute» e tagliare alcol, fumo e droghe, anche se ormai è «in fase discendente». Oltre alla malattia autoimmune che gli è stata diagnosticata nel 2017, infatti, l’ex Oasis si è sottoposto anche a un intervento all’anca per cercare di lenire il problema dell’artrite, che gli causa molto dolore e gli impedisce di dormire. Commento finale? «Ma tanto moriremo tutti, no?»

Il musicista Amedeo Minghi sostiene che «non avete capito “trottolino amoroso”, Panella era “inca**atissimo”». L’autore del brano Vattene amore, portato al Sanremo del 1990 da Mietta, ha rivangato il fraintendimento della canzone in una recente intervista con Repubblica. Naturalmente, il verso frainteso di Vattene amore è “Magari ti chiamerò trottolino amoroso dudu dadadà” che, spiega Minghi, «È un testo importantissimo: Vanoni disse che erano versi per bambini, ma il significato era il contrario: due che si lasciano per non finire ad amarsi solo attraverso nomignoli idioti. Abbiamo fatto fatica a farlo capire, Panella era incazzatissimo».

Per l’occasione di questa notizia, Rolling Stone ha rivangato un’intervista di quattro anni fa proprio a Panella, che ha firmato diversi brani per Battisti prima e Morgan. Le sue dichiarazioni hanno un che di ermetico: «Se lavori strutturalmente a una pagina, lo avverti, lo senti, ti permetti delle eversioni, puoi azzardare, lasciarti andare. Che c’è dietro? Un innesco tra la scrittura piana, melodica, cioè la linea del canto, che somiglia alla struttura romanzesca che io non amo. E poi una insinuazione di trama, che altresì non apprezzo. Allora va lavorata, perché capisci che l’intreccio è un intrecciarsi di cose». E ancora: «Quando uno scrive è come un comandante d’armata e intorno a sé chiama tutte le truppe. Comprese certe reminiscenze di Colazione da Tiffany, del gatto che si ricordano tutti. Ma non basta. Il gatto nel libro è scritto in un modo, nel film rappresentato in un altro. E Truman Capote se ne risentì. Sai che stai riproducendo tutto ciò. Ma quelli che giudicano, che ne sanno??!».

Già qualche settimana fa James Blake, si era lamentato online di come i social abbiano convinto le persone che la musica sia gratis e non un lavoro artistico da pagare. Stavolta, il cantante ha scritto alcuni tweet su come le case discografiche dovrebbero essere obbligate a pagare un terapeuta agli artisti, perché non è giusto che guadagnino dai loro traumi senza aiutarli a superarli: «Tutti hanno un interesse affinché l’artista abbia successo, ottenerlo però significa sradicarlo dalla rete di sostegno, dalla famiglia e dagli amici, e gettarlo in uno strano mondo alienante fatto di tour e rapporti parasociali».

Per coincidenza, è d’accordo Gianna Nannini, che in un’intervista a Rolling Stone ha affermato che «Oggi non c’è nessuno che cura la crescita artistica. Si sfrutta il momento come se fossimo in un fast food e ci si dimentica che dietro ci sono degli esseri umani. Non è tutto così facile, perché rischi di perdere l’ispirazione. Io stessa ho dovuto ribellarmi a quella che è stata la manipolazione del mondo discografico».

Beyoncé ha annunciato il suo nuovo album, Cowboy Carter, ma la rapper Azealia Banks non ha apprezzato l’operazione estetica e musicale del nuovo disco, scrivendo sulle storie di instagram che Beyoncé starebbe facendo il «cosplay di una donna bianca», rafforzando l’idea che la musica country sia una forma d’arte bianca successiva alla Guerra civile. Questo, secondo Banks, implicherebbe che non esistano razzismo, segregazione, violenza, furti, massacri, tutti orrori alla base dell’orgoglio americano.

Chiara Scipiotti