Applausi convinti per la sobria e appassionata direzione dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna da parte della nuova direttrice musicale Oksana Lyniv. Il concerto ha aperto con Tod und Verklärung (Morte e Trasfugurazione), poema sinfonico di Richard Strauss, verso l’apice della serata con il primo atto di Die Walküre di Wagner.

Per la prima volta in Italia una donna per un triennio guiderà un teatro d’opera italiano. The Guardian l’ha intervistata, tutto il mondo riporta la notizia, Oksana Lyniv ha 43 anni, dirige da quando ne aveva 16, l’estate scorsa è stata la prima donna a dirigere Wagner al festival di Bayreuth. Tante prime volte, tanti tabù che si infrangono fino a quando sarà normale vedere sul podio una donna, chiamarla direttrice e ascoltarla dirigere qualunque brano musicale senza esclusione. Ora è ancora il momento di rimarcare la novità, di sottolineare l’importanza di aver infranto qualche barriera che sembrava invalicabile per uno dei due sessi. La strada è aperta, le giovani musiciste hanno un modello a cui guardare e inseguire le proprie opportunità studiando caparbiamente come ha fatto Oksana Lyniv iniziando con gli studi di piano, flauto e violino in Ucraina, poi perfezionandosi in flauto e direzione d’orchestra alla Music School a Lviv fino a diventare direttrice musicale del Liviv National Accademy Opera and Ballet Theater e direttrice ospite presso la Leopolis Chamber Symphony Orchestra nel 2003. Passo dopo passo ha tessuto la sua carriera arrivando a vincere concorsi e a dirigere La traviata nel prestigioso Opernhaus di Graz in Austria nel 2016, anche in quel caso è stata la prima donna a dirigere la Graz Philharmonic Orchestra di cui è stata direttrice musicale stabile fino al 2019. Si è talmente distinta nella sua ricerca su Wagner da essere chiamata a dirigere l’Olandese Volante a Bayreuth nell’estate 2021 e proprio con Wagner ha deciso di debuttare, se pure in forma di concerto, in questa anteprima di stagione al Teatro Comunale di Bologna.

Lyvin racconta in un intervista riportata nel libretto di sala, di non aver potuto ascoltare Wagner dal vivo in Ucraina, ma di averlo studiato su vecchi dischi e su spartiti in biblioteca. Quando è stata in Germania a perfezionasi ha potuto apprezzarlo da una grande orchestra. Proprio Die Walkürie è l’opera wagneriana che per prima ascoltò diretta da Petrenko a Bayreuth e che maggiormente l’affascina “perchè le Valchirie sono donne che lottano, e nel creare personaggi femminili così forti trovo che Wagner sia stato molto progressista”.

Pur senza apparato scenico, il primo atto de Die Walkürie presentato in forma di concerto dall’Orchestra e dai solisti Elisabert Strid (Sieglinde), Stuat Skelton (Siegmund) e Georg Zeppenfeld (Hunding), è stato pienamente espressivo, ricco di colori e sfumature vocali e strumentali. Convince particolarmente la cantante Elisabet Strid la quale, anche nell’immobilità concertistica, ha saputo esprimere col corpo e con le espressioni facciali infinite sfumature di stati d’animo di Sieglinde. Imponente, poderosa la voce di Skelton, peccato la sguaiatura dell’acuto finale scappata dopo una buona interpretazione.

L’esecuzione orchestrale convince e trascina il pubblico attraverso la narrazione e la gamma dei sentimenti umani che presenta. La direttrice aiuta a gustare in modo mirabile le fasi e i colori della partitura. L’evanescenza, la desolazione dell’inizio, il gelo, la sospensione, fino alla vivacità, al flusso pieno dei momenti melodici e con essi all’avvampare dell’amore incestuoso tra i due fratelli che scioglie l’incertezza e l’angoscia.

Di grande effetto l’assolo di violoncello della parte iniziale all’incontro tra Sieglinde e Siegmund. Plauso all’intera sezione ottoni e quindi all’orchestra tutta che traduce con slancio i precisi gesti della direttrice in una grande sfaccettatura di emozioni rendendo accessibile la narrazione wagneriana, con facilità, ai presenti.

Una grande sorpresa è stata anche la prima parte del concerto con Strauss. Tod und Verklärung (Morte e Trasfugurazione) poema sinfonico che narra le ore prossime alla morte di un uomo dai grandi ideali che aveva passato la vita a combattere per essi e prima di morire rammenta, scosso dalla febbre, la vita passata. La fanciullezza, i tormenti delle passioni giovanili e il dolore per la certezza che a nessun uomo è dato poter portare a termine gli ideali che persegue. Il brano passa attraverso un largo iniziale di grandissima emozione in cui la musica presenta il malato prossimo al trapasso, sentiamo una struggente melodia al flauto ripetuta dal violino con un sottofondo melanconico di arpa che stringe il cuore. L’allegro molto agitato a seguire che narra la battaglia tra vita e morte è un inarrestabile onda sonora che coinvolge le percussioni e solleva l’animo, scuote profondamente chi ascolta chiamando in causa tutte le questioni in sospeso che qualunque ascoltatore o ascoltatrice si troverebbe a fronteggiare dovendo allontanare da sé la morte qualora venga ad affacciarsi. Nel meno mosso del terzo movimento, passa tutta la vita davanti a l’uomo morente, con i suoi alti e bassi, successi e insuccessi, gioie e dolori fino al quarto movimento conclusivo, la trasfigurazione in moderato. La musica è entusiasmante e travolgente. Dall’apice del momento percussivo del secondo movimento si assiste ad un richiamo della melodia del flauto del primo movimento con trasformazioni, poi continui cambi di stati d’animo che narrano il travaglio interiore dell’uomo verso l’eterno. Uno Strauss sicuramente poco noto, accostato a Wagner da cui fu musicalmente influenzato, avvicinati in particolar modo dalla filosofia di Schopenhauer secondo il quale l’uomo non raggiungerà mai i propri obiettivi in vita e, avvicinandosi alla morte si renderà conto che gli ideali perseguiti si compiranno nello spazio eterno, nella trasfigurazione in cui la sua anima troverà riposo.

Il concerto inaugurale della direzione di Oksana Lyniv è stato sicuramente un successo e non possiamo che augurarci una crescita continua della nostra orchestra cittadina e del valore delle produzioni del Teatro Comunale di Bologna nella considerazione dei concittadini come del resto del mondo, ne gioverà la reputazione della città tutta.