Dopo una settimana dalla fine dell’emergenza neve continuano i disservizi sulla rete ferroviaria. Le politiche di risparmio sui costi di magazzini e materiali è al centro dei problemi.

L’odissea che molti pendolari stanno quotidianamente vivendo per recarsi al lavoro non è ancora finita. Ad una settimana dalla fine dell’emergenza neve, infatti, su tutte le linee continuano a registrarsi cancellazioni di treni, ritardi e disservizi.
Trenitalia afferma che il 75% dei treni sono in circolazione, ma intanto la Regione Emilia Romagna ha deciso di multare la società, troppo impreparata ad affrontare una situazione che è stata sicuramente di emergenza, ma che poteva essere gestita molto meglio.

Quel che è ancor più grave, però, è che la situazione non è destinata a tornare alla normalità a breve. E le ragioni sono tutte da ricercare nelle politiche adottate da Trenitalia negli ultimi anni.
La società, infatti, ha progressivamente tagliato i costi per la gestione dei magazzini, smantellando i luoghi dove fino a qualche anno fa venivano conservati i pezzi di ricambio, pronti per ogni evenienza. Ciò è avvenuto nella logica dell’intervento “just in time”: si chiede un pezzo di ricambio solo se e quando serve.

Quando, però, una forte nevicata ha mandato in tilt numerosi mezzi, ecco che la situazione è collassata. I produttori dei treni, infatti, non possono fornire in tempi rapidi quantità ingenti di pezzi di ricambio, spesso anche per il fatto che molti mezzi sono vecchi e fuori produzione da tempo.
Neve e ghiaccio, inoltre, hanno messo fuori uso anche molti treni nuovi, dal momento che, sempre nella logica del risparmio, sono stati costruiti con materiali più leggeri ed economici. Un ulteriore effetto collaterale di questa politica è che la vita media di ogni convoglio si è accorciata.

Le officine di primo livello, quelle presenti nelle stazioni, non sono più in grado di affrontare tutti i guasti sui quali devono intervenire e hanno passato parte del lavoro anche alle Officine Grandi Riparazioni, che solitamente si occupano di manutenzione di secondo livello.