Cambiare sesso all’anagrafe senza operarsi si può. Lo dice la Cassazione che con una storica sentenza ha accolto il ricorso di una trans di 45 anni. Il Mit, promotore di una campagna sul tema, esulta:”Una vittoria ed un punto fermo, in un Paese in cui di fermo, dal punto di vista dei diritti, non c’è più nulla”.
Cambiare sesso all’anagrafe senza essersi sottoposti ad intervento chirurgico si può. È molto importante la sentenza con la quale la Cassazione ha accolto il ricorso di una trans di 45 anni, da 25 riconosciuta socialmente come donna, che aveva rifiutato di sottoporsi all’operazione per il cambio di sesso, ma aveva chiesto che ci fosse ugualmente la correzione all’anagrafe.
Una richiesta respinta, fino ad oggi, sia dal Tribunale di Piacenza che dalla Corte d’Appello di Bologna, in quanto la giurisprudenza di merito, sino ad oggi prevalente, subordina la modificazione degli atti anagrafici all’effettiva e concreta esecuzione del trattamento chirurgico sugli organi genitali.
“La percezione di una disforia di genere – sostiene la Cassazione – determina l’esigenza di un percorso soggettivo di riconoscimento di questo primario profilo dell’identità personale né breve né privo d’interventi modificativi delle caratteristiche somatiche ed ormonali originarie. Il profilo diacronico e dinamico ne costituisce una caratteristica ineludibile e la conclusione del processo di ricongiungimento tra ‘soma e psiche’ non può, attualmente, essere stabilito in via predeterminata e generale soltanto mediante il verificarsi della condizione dell’intervento chirurgico“.
Il Movimento di Identità Transessuale (Mit) – autore di una campagna proprio per il cambio di sesso senza intervento chirurgico, intitolata “Un altro genere è possibile ” – esulta. “Una vittoria ed un punto fermo, in un Paese in cui di fermo, dal punto di vista dei diritti, non c’è più nulla – commenta ai nostri microfoni la presidente del Mit Porpora Marcasciano – Siamo felici perché la sentenza spiana la strada per il miglioramento della qualità della vita delle persone trans, che non possono essere obbligate ad operarsi per essere riconosciute quello che già sono”.