Il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani fa un’analisi della condotta dei sindacati di fronte alla crisi e salva solo il suo. “Nessuna critica radicale o alternativa credibile. Tutto in nome della governabilità”.
La critica di Papignani nei confronti dei sindacati
Finora i sindacati hanno fallito nel combattere la crisi. Tutti hanno sbagliato strategia e alla fine i lavoratori “hanno percepito un’idea sbagliata” dell’emergenza economica che vive il Paese. Tutti, tranne la Fiom.
La critica arriva da Bruno Papignani, segretario regionale delle tute blu Cgil, che nel suo ragionamento, lanciato ieri in rete dal suo profilo Facebook, non risparmia proprio nessuno. Papignani si chiede “perché dopo cinque anni pervasi da una crisi di sistema che ha creato disperazione, disoccupazione, precarietà, povertà e anche ricchezza per alcuni, sommata all’inadeguatezza dei governi che si sono succeduti, nessuna forza sociale o politica (Fiom esclusa) è stata in grado di alimentare la necessaria mobilitazione”.
Secondo il leader Fiom, “gran parte delle risposte alla crisi troppo spesso sono state individuali con soluzioni definitive e drammatiche”.
Papignani fa anche autocritica, ammettendo che “forse anche noi abbiamo sbagliato qualcosa nel fare e forse nel comunicare”. E alla fine “abbiamo finito per assecondare la clonazione ideologica” secondo cui “l’azione dei manager non va disturbata” e che “i lavoratori hanno vissuto per anni oltre i propri mezzi”.
Insomma, afferma Papignani, “non siamo riusciti a imporre una critica radicale e un’alternativa credibile. Spesso si è finito per annaffiare tutto in funzione di una governabilità generica e maligna. Così le persone, a partire dai lavoratori, pur arrabbiati hanno recepito un’idea sbagliata della crisi”. Del resto, critica il leader Fiom, “il sindacato nel suo insieme, nei confronti della crisi e dei governi, in particolare dal Governo Monti in poi, non ha piu’ svolto il suo ruolo: la Cgil ogni tanto ci ha provato, con timidezza”.