Sono ancora in Piazza per protestare contro il precariato, la crisi, il sistema politico, la corruzione gli “indignados” di Madrid, scesi in piazza lo scorso quindici maggio, al grido di “Democracia Real Ya!“. Loro si sono ispirati ai moti arabi, alle vicende di piazza Tahrir; ma ora stanno alimentando un “cordone rivoltoso” che dalla capitale spagnola ha raggiunto il resto dell’Europa, l’Italia e anche Bologna, con “Toma la Calle Bologna“. Proprio nel capoluogo emiliano, infatti, da venerdì sera stazionano in piazza del Nettuno una cinquantina di giovani che hanno deciso di raccogliere la provocazione dei madrileni. Condendo il tutto con salsa tipicamente italiana.

Infatti questa protesta, dicono gli indignati, si configura come un “tentativo di applicazione delle facoltà superiori del cervello”. “Un modo fine” – scrivono nel documento redatto appositamente per la rivolta – per dire che “qui si produce cultura”. Inevitabile, fondamentale il richiamo alla Costituzione, “nel mondo tra le più belle ed invidiabili”; loro vogliono continuare a credere che sia così: per questo motivo è importante studiarla e conoscerla. Per il resto le rivendicazioni sono le stesse dei colleghi al di là del Mediterraneo: da Tunisi a Madrid tutti pretendono più democrazia e maggiore attenzione al benessere reale della popolazione. Stop alla corruzione, stop alla casta, stop ai favori. Insomma, un tentativo di dare una scossa forte ad un immobilismo politico che ci sta conducendo verso il fondo del baratro.

Come in Spagna, anche a Bologna la “rivolta dei giovani” continuerà: tutte le sere è prevista una concentrazione pacifica sotto il Nettuno, dalle 20 in poi.

Per informarsi sul movimento “Toma La Calle Bologna” basta andare su blog e social network:
www.tomalacallebologna.wordpress.com
– Evento Facebook “Democrazia Ora (Democracia Ya) – A Bologna”

Mentre per quanto riguarda il coordinamento nazionale i riferimenti sono:
– www.dryitalia.blogspot.com
– www.tomalaplaza.net
– http://twitter.com/#!/BolognaDRY

Da Madrid abbiamo sentito Roberta, italiana che vive e lavora in Spagna. Abbiamo raccolto la sua testimonianza, da cui emergono ancora una volta: la spontaneità, caparbietà, organizzazione e trasversalità di questo movimento.