Hanno avuto l’effetto di un vero e proprio terremoto politico i risultati delle elezioni amministrative in Spagna. La sconfitta dei socialisti, l’estromissione di Podemos da molti consigli regionali e la vittoria dei popolari con l’avanzata dell’estrema destra di Vox hanno indotto il premier spagnolo Pedro Sanchez a dimettersi e a convocare le elezioni anticipate per il 23 luglio.
La mancata ripresa di Madrid, importanti città come Valencia e Siviglia “espugnate” dalla destra e Barcellona dove la lista della sindaca Ada Colau è arrivata addirittura terza hanno avuto una ripercussione a livello nazionale.

Elezioni anticipate in Spagna dopo i risultati delle amministrative

A spiegare le ragioni dei risultati delle elezioni amministrative in Spagna è, ai nostri microfoni, il giornalista Luca Tancredi Barone. «Da un lato è sparito Ciudadanos, partito di destra superato dalla corsa della storia – osserva Barone – e la maggior parte dei suoi voti sono andati ai popolari».
A sinistra, invece, è la divisione ad aver fatto pagare il prezzo più salato. Divisione sia del Pse e di Podemos, presentatisi separati in molti contesti, sia tutta a sinistra, come accaduto a Barcellona.
«In realtà i socialisti non hanno perso troppi voti – sottolinea Barone – ma non ne hanno nemmeno guadagnati».

La legge elettorale spagnola, però, penalizza la corsa solitaria ed è per questo che in alcuni contesti Podemos non è riuscita nemmeno a superare la soglia di sbarramento.
A Barcellona, in particolare, il primo partito è quello Popolare, ma il governo di centrosinistra dovrebbe essere garantito dall’alleanza tra socialisti (arrivati secondi) e la lista di Ada Colau, che probabilmente però non tornerà più sindaca.

Nella città catalana sembra aver pesato molto la questione abitativa, con un rincaro degli affitti che abbiamo visto anche in Italia.
«Tre giorni fa il governo nazionale è riuscito ad approvare una legge che Podemos chiedeva da quattro anni, che dà i sindaci alcuni strumenti per limitare il costo degli affitti», sottolinea il giornalista. Una legge, però, arrivata troppo tardi e anche se Colau ha affermato che l’avrebbe applicata subito, ciò non è bastato a evitare la sconfitta, preceduta da una campagna elettorale in cui il modello neo-municipalista è stato attaccato su più fronti.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUCA TANCREDI BARONE: