In scena The turn of the Screw di Benjamin Britten, l’allestimento più interessante della stagione in corso. Ma il giro di vite è anche nel modo di porsi del teatro in città.

The Turn of the Screw: la nostra recensione

La prima è andata in scena il 19 novembre e le repliche continueranno fino al giorno 27. Una rappresentazione che vale davvero la pena non perdere perché è spettacolare sotto tutti i punti di vista. Si comincia con le scengrafie drappeggiate ed intense di Edoardo Sanchi, passando per la regia puntuale e minuziosa di Giorgio Marini che è riuscito magistralmente a rendere speculari personaggi diversi con un gioco tutto basato sul riflesso e la coordinazione. Il direttore Jonathan Webb che si lascia scorrere Britten nelle vene tanto da non lasciare mai indietro un segno, con una tempistica perfetta. L’orchestra composta da 14 elementi che riesce a dare il senso di pieno quando serve e a librarsi in monologhi o dialoghi solistici emotivamente intensi e poetici. Infine la composizione musicale davvero coinvolgente e immensa.

Un capitolo a parte lo dedichiamo agli interpreti. Non capita quasi mai che tutto il cast risulti omogeneo e di altissimo valore, c’è sempre qualche personaggio che delude un po’ nella sua interpretazione. Nel caso di questa The Turn of the Screw invece non succede. Straordinari i due ragazzini, un tredicenne fuoriclasse Dominic Williams che incarna profondamente il ruolo del bambino perduto, una talentuosa diciottenne Erin Hughes che gioca con una voce ancora angelica, una sempre sorprendente e magica Cristina Zavalloni inquietante attraverso la voce ma anche solo con la presenza corporea che intravediamo nelle prime scene dell’opera, Randall Bills, il cattivo Quint, che riesce a rubare l’anima non solo al piccolo Miles ma anche al pubblico, Laura Cherici che ci mostra tutte le sfaccettature di una governante, Mrs. Grose, che si muove vorticosamente tra i sentimenti che una storia di fantasmi mette in circolo passando dalla determinazione alla titubanza, dalle certezze degli avvenimenti ai dubbi su come spiergarli e spiegarseli; filo conduttore della storia l’istitutrice Anne Williams-King, forse la più debole del cast per quanto riguarda la presenza scenica ma vocalmente assolutamente promossa, che si trova a gestire una parte complessa e onnipresente.

L’allestimento scenico, elaborato e articolato, ha messo in luce ancora una volta la grande professionalità e bravura delle maestranze che lavorano dietro le quinte del Comunale.

Questa sera l’opera riposa per dar spazio al concerto gratuito alle 20,30 che regalerà alla cittadinanza un assaggio della stagione in arrivo. Nel Foyer Rossini il maestro Roberto Polastri condurrà il pubblico attraverso le pagine celebri delgi autori che compongono il cartellone 2014: Mozart, Rossini, Wagner,Puccini, Čajkovskij, Šostakovič. E’ una delle iniziative che il Comunale ha ideato per portare l’orchestra alla città. Dopo le fortunate presentazioni nelle scuole durante la primavera scorsa e il concerto che si è tenuto alla Zonarelli insieme al coro Mikonos, in questi giorni la musica cosiddetta colta arriva nei quartieri della città con un ciclo di tre concerti sinfonici: è stata il 19 alla Sala Centofiori del Quartiere Navile, sabato 24 novembre sarà a Teatri di Vita, Quartiere Borgo Panigale, e domenica 30 novembre di nuovo alla Sala Centofiori, quartiere Navile.