Il primo a diffondere la notizia è stato Osservatorio Repressione. Questa notte, al parco Don Bosco, un giovane sarebbe stato aggredito da 3 volanti dei carabinieri che dopo averlo inseguito hanno utilizzato su di lui il taser in due occasioni. Dopo essere stato ammanettato, il giovane sarebbe stato allontanato dai compagni e pestato. «Mentre era ammanettato, gli hanno spruzzato lo spray al peperoncino e lo hanno buttato a terra e hanno continuato a colpirlo fino a che non sanguinava e non respirava quasi. Nonostante il polso slogato gli hanno torto le mani fino a farlo urlare. Hanno addirittura chiamato una quarta volante e solo dopo che ha perso conoscenza hanno chiamato un’ambulanza», scrive Osservatorio Repressione. Portato all’ospedale Maggiore, è in stato di arresto in attesa del processo per direttissima.

Parco Don Bosco, le testimonianze del pestaggio e le parole del sindaco Lepore

Proprio davanti al Tribunale di Bologna è in corso un presidio di attiviste e attivisti per protestare contro ciò che è successo.
Ad esprimere preoccupazione e ad esigere spiegazioni è anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, in una nota. «Fare chiarezza immediatamente su quanto è successo questa notte nel parco Don Bosco nel cantiere delle scuole Besta ai danni di un manifestante – scrive Lepore – Circolano ricostruzioni gravi che se confermate sarebbero inaccettabili. Mi aspetto si faccia chiarezza su quanto è avvenuto. Da cantiere per la realizzazione di una scuola, il parco Don Bosco si è trasformato in un teatro di scontro che Bologna non merita. Invito tutti a riflettere e a fare un passo verso il dialogo per trovare una soluzione ed evitare ulteriori tensioni. Io farò la mia parte».

È un’attivista in presidio davanti al tribunale a raccontare che ora il giovane deve affrontare un processo per direttissima con le accuse di lesioni, resistenza aggravata e furto aggravato.
«Come accade sempre nei casi di pestaggi della polizia – osserva l’attivista ai nostri microfoni – le accuse vengono ribaltate dalle forze dell’ordine e le persone brutalmente pestate e quasi ammazzate diventano gli aggressori».

ASCOLTA L’INTERVISTA ALL’ATTIVISTA:

La versione dei Carabinieri

In tarda mattinata è arrivata anche la versione dei carabinieri. Il giovane, 19 anni, è stato arrestato dai carabinieri, chiamati da un residente che ha segnalato un furto di materiale edile nel cantiere del tram nella vicina via Serena. Al loro arrivo, i militari avrebbero trovato tre persone che scappavano dal cantiere in direzione del presidio nel parco Don Bosco. Ne è nato un inseguimento a piedi, al termine del quale uno dei tre, che aveva il volto coperto da un passamontagna, è stato fermato con l’uso del taser e dello spray al peperoncino. L’arresto si è rivelato particolarmente difficile perché in quel momento sarebbero arrivati alcuni degli attivisti in presidio, il che ha costretto i Carabinieri a chiamare i rinforzi. Da qui i disordini, con tre militari rimasti feriti.